IL CASO
Il parco di Lignano
Sono 1.358 le firme raccolte per salvare il parco di Lignano.
Il comitato “Salviamo il parco di Lignano. Rianimiamo il cuore verde di Arezzo”, adesso è pronto per consegnarle al sindaco Ghinelli e per chiedere un incontro non solo con il primo cittadino, ma anche con l’assessore ai lavori pubblici Alessandro Casi, al consiglio comunale verso i quali era rivolta la petizione.
“Abbiamo raccolto oltre mille firme a testimonianza di un forte e diffuso interesse da parte della cittadinanza per le condizioni attuali del Parco di Lignano e per il suo rilancio ambientale, sociale e ricreativo”.
Ciò che viene chiesto nella petizione è la riqualificazione dei sentieri del parco con interventi di pulizia, messa in sicurezza e installazione di segnaletica chiara per garantire l’accessibilità a escursionisti, famiglie e ciclisti.
Il ripristino delle recinzioni per la fauna locale, in recinti sicuri dotati di reti rinforzate, barriere naturali anti predazione e sistemi di sorveglianza.
Collaborazione con il personale specializzato per garantire un equilibrio tra attività didattiche, turismo responsabile tutela della biodiversità.
Manutenzione regolare delle infrastrutture del parco: aree picnic, barbecue e servizi igienici.
Coinvolgimento attivo dei cittadini, delle scuole e delle associazione locali in iniziative di educazione ambientale.
“Questo nostro primo incontro - sottolinea l’avvocato Sonia Rosini, presidente del Comitato Uniti per Lignano - possa rappresentare il primo passo verso un dialogo stabile e condiviso, nell’interesse della tutela del territorio e del bene comune”.
Il Parco di Lignano, come una volta lo era l’Alpe di Poti, è sempre stato un punto di riferimento per gli aretini per sfuggire, soprattutto durante la bella stagione, alla calura estiva. Ma Lignano rappresenta anche escursioni per i ciclisti o gli amanti del trekking.
Istituito negli anni Settanta si estende per circa 300 ettari e rappresenta un patrimonio naturalistico di grande valore per la città.
“Negli anni - sottolinea sempre il presidente Sonia Rosini - l’area ha subìto un progressivo degrado. Sentieri non mantenuti, strutture inutilizzabili e la scomparsa della fauna didattica un tempo presente, hanno ridotto la fruibilità e il ruolo educativo del parco. Per questo abbiamo deciso di intervenire”.
“L’obiettivo è quello di collaborare con tutte le componenti per restituire al Parco di Lignan o il ruolo di cuore verde della città, valorizzandolo come spazio di biodiversità, educazione ambientale e socialità. Auspichiamo che l’incontro possa rappresentare un primo passo verso un dialogo stabile e condiviso nell’interesse della tutela del territorio e del bene comune”.
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