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La strage di Capaci: i misteri irrisolti e le zone d’ombra ancora da chiarire. L'inchiesta di Report

Julie Mary Marini

18 Maggio 2025, 20:36

Giovanni Falcone

Il giudice Giovanni Falcone fu ucciso dalla mafia

Appuntamento con Report. Il 23 maggio 1992, sull’autostrada A29 che collega Palermo all’aeroporto di Punta Raisi, avvenne la tragica strage di Capaci, un attentato mafioso che segnò profondamente la storia italiana. In quell’attentato persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e tre agenti della scorta:Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. L’attentato fu organizzato da Cosa Nostra e consisteva nell’esplosione di una carica di circa 500 kg di tritolo, rdx e nitrato d’ammonio, posta sotto il tratto autostradale attraversato dal corteo blindato che accompagnava Falcone. L’esplosione, avvenuta alle 17.57, fu così potente da creare una voragine nell’asfalto e fu rilevata persino dai sismografi. Il giudice e la moglie viaggiavano nella seconda vettura del corteo, una Fiat Croma bianca, mentre la prima vettura, una Croma marrone, fu investita in pieno dall’esplosione, causando la morte immediata degli agenti. Falcone e Morvillo, che non indossavano le cinture di sicurezza, furono proiettati contro il parabrezza e morirono poco dopo per le gravi ferite riportate.

La strage di Capaci rappresenta un momento cruciale nella lotta alla mafia in Italia. Giovanni Falcone, insieme al collega e amico Paolo Borsellino, è stato uno dei protagonisti più importanti e prestigiosi nella lotta contro Cosa Nostra, avendo contribuito a identificarla come un’organizzazione parallela allo Stato, unitaria e verticistica, in un’epoca in cui la mafia veniva spesso negata o confusa con semplici bande criminali. Nonostante siano passati oltre trent’anni da quei tragici eventi, la verità completa su Capaci non è stata ancora del tutto svelata. Troppi silenzi, zone d’ombra e connivenze rimangono senza nome, alimentando dubbi e interrogativi anche a distanza di decenni.

La trasmissione Report di domenica 18 maggio su Rai 3 e RaiPlay, con il reportage “Vuoti di memoria” di Paolo Mondani e Roberto Persia, approfondirà queste tematiche, sottolineando come non si possa attribuire la responsabilità della strage solo alla mafia, ma che vi siano aspetti politici e istituzionali ancora da chiarire. La memoria di Falcone e della sua scorta è un monito costante per l’Italia, un invito a non abbassare la guardia contro le mafie e a continuare a cercare la verità, anche quando questa appare difficile da raggiungere.

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