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L'EVENTO

Tovaglia a Quadri di memoria. La cena toscana in 4 portate nel dualismo tra carta e digitale

Francesca Muzzi

14 Agosto 2025, 09:42

Tovaglia a Quadri

Tovaglia a Quadri

La Tovaglia a Quadri quest’anno si srotola su una trama e un ordito di ricordi. Passato e presente che si intrecciano in un valzer a volte in punta di piedi. Compie 30 anni lo spettacolo che viene servito in quattro portate e gli ingredienti per emozionare il pubblico ci sono, ancora una volta, come in quel lontano 1995. Partì così, da un’idea di Andrea Merendelli che è anche il regista e di Paolo Pennacchini, i due autori. Sembrava una scommessa che doveva durare come un temporale d’estate e poi eccola là. La magìa che si ripete ogni anno da trent’anni, nel mese di agosto, in quel periodo che comincia con la notte dei desideri e arriva fino a dopo Ferragosto.

Tra i tavoli attori dilettanti, ma col tempo anche professionisti, che si passano il testimone di storie che sanno di Anghiari, di episodi che in pochi conoscono e che affascinano accanto ad una cucina povera, tradizionale e buonissima. Un menù che non è mai cambiato da trent’anni a questa parte. Dai crostini rossi e neri fino al caffè con il rum. E’ Tovaglia a Quadri che quest’anno, in occasione dello speciale compleanno - si svolge tutto al castello di Sorci - ha organizzato una mostra fotografica dove ci sono tutte le locandine e alcuni oggetti di scena e nell’occasione ha pubblicato anche il libro con tutti i copioni. Dai Rognosi fino a quelle di oggi. Un crescendo di emozioni che per chi l’ha vissute è facile emozionarsi anche solo di fronte ad una canzone o ad una frase che riportano alla mente chi la Tovaglia l’ha stesa più e più volte lasciando un ricordo indelebile.

Emozioni anche in queste sera con “Spassato”. Un duello, per così dire, tra passato e presente. Tra carta e digitale, tra libri e pennette usb. Tra giornalisti locali, venditori di enciclopedie e tra chi sui luoghi della memoria - un archivio e una biblioteca - vuole costruire una Spa. La Tovaglia a Quadri di quest’anno gioca su questo dualismo che in fin dei conti è ciò che siamo oggi, spesso due squadre contrapposte tra chi si artiglia ad un passato fatto di striscioni con su scritto “Nessuno tocchi i libri” e chi invece quegli stessi ama scorrerli sulle pagine di uno schermo.

La memoria di una Tovaglia che invece ha il merito di conservarla tutta da sempre. Che dire degli attori? Bravi, bravissimi. Ci fanno sorridere, ma anche commuovere, perché alla fine tutti siamo consapevoli di come il mondo che va avanti, ingurgiti ciò che eravamo, anche semplicemente l’odore di un libro. Ma che nessuno si disperi, perché almeno la Tovaglia, fa della tradizione e del racconto di paese la sua forza. Possono passare dieci, venti o trent’anni, ma ci sarà qualcuno pronto a gridare: “Avanti con i crostini” e la magìa ricomincia.

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