Televisione
Uno degli ostaggi israeliani liberati
C’è un filo sottile, teso tra il Medio Oriente e l’Italia, che questa sera, martedì 14 ottobre, Bianca Berlinguer proverà a percorrere nel nuovo appuntamento di È sempre Cartabianca, in onda su Rete 4. Un filo fatto di tregue precarie, di sorrisi diplomatici e di piazze che non dimenticano. La giornalista guida un dibattito che promette di essere denso di contrasti e di domande più che di risposte. Le telecamere di Mediaset tornano ad accendersi in un momento di apparente distensione internazionale: la liberazione di venti ostaggi israeliani da parte di Hamas ha riacceso la speranza, ma anche le polemiche. Donald Trump, protagonista inatteso del fragile accordo, ha definito la fine del conflitto “il più grande successo diplomatico” della sua carriera. Un’affermazione che, come prevedibile, divide e accende il confronto. Il presidente statunitense è stato accolto a Tel Aviv dal premier israeliano Benyamin Netanyahu e da altre figure chiave, in un incontro che ha segnato l’inizio di una nuova fase. Eppure, mentre si parla di smilitarizzazione della Striscia di Gaza, sul terreno si moltiplicano gli episodi di violenza: clan locali e milizie rivali approfittano del vuoto di potere lasciato dal ritiro israeliano, trasformando la tregua in un fragile equilibrio.
In studio, Berlinguer e i suoi ospiti mettono sotto la lente le promesse e le ombre di questa fase storica. C’è chi intravede un’occasione di svolta e chi teme l’ennesimo miraggio politico. Il ruolo dell’Italia è parte centrale del confronto: Giorgia Meloni, reduce dalla firma del Piano di Pace per il Medio Oriente, ha incontrato sia il presidente egiziano Al Sisi che lo stesso Trump. La premier ha ribadito l’impegno del nostro Paese nella ricostruzione di Gaza e nel rilancio del dialogo per la stabilità regionale, ma resta da capire quanto di queste parole potrà tradursi in fatti concreti.
Il clima internazionale pesa anche sul fronte interno. A Udine, dove stasera è in programma la partita Italia-Israele, il calcio si trova involontariamente al centro del riflesso di questo scenario. Le autorità hanno predisposto un piano di sicurezza straordinario, con una zona rossa attorno allo stadio e il controllo dei droni. In piazza Primo Maggio, intanto, attivisti e cittadini preparano un grande lenzuolo con i nomi dei bambini uccisi a Gaza, un gesto silenzioso ma potentissimo. Solo cinquemila biglietti venduti su venticinquemila disponibili raccontano, meglio di qualunque analisi, il disagio di un Paese che si scopre spettatore di una pace fragile e di un mondo sempre più interconnesso. Questi gli ospiti annunciati in anteprima. (In aggiornamento)
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