Rai 3
Massimo Giletti, conduttore de Lo Stato delle Cose
Non c’è talk show che tenga quando la realtà decide di imporre la propria agenda. Questo sembra essere il punto di partenza della nuova puntata di Lo Stato delle Cose, che Massimo Giletti riporta in tv stasera lunedì 8 dicembre in un momento in cui lo scenario internazionale e quello italiano si inseguono senza tregua. L’impressione è che le domande irrisolte siano ormai più numerose delle risposte e che proprio in questa frattura si apra lo spazio del programma. Nella puntata di stasera, inizio alle 21.20, su Rai 3, Michele Santoro interverrà per leggere la nuova tensione tra Donald Trump e l’Unione Europea, sullo sfondo di un conflitto russo-ucraino che non smette di mutare pelle e di una guerra ibrida sempre meno riconoscibile nei confini tradizionali. Un’analisi che punta a decifrare la velocità del presente, più che a commentarlo.
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Il racconto poi torna a casa, dove la cronaca è tutt’altro che rassicurante: dalla truffa ai danni dei pensionati nella sede del patronato Inca Cgil Svizzera fino al fallimento di una società di servizi legata alla Cgil e ai debiti lasciati dietro di sé. Chi doveva vigilare? Quali responsabilità ha il sindacato? Il programma sembra voler mettere a nudo una zona d’ombra che riguarda non solo la gestione, ma il rapporto di fiducia tra cittadini e strutture che dovrebbero tutelarli. Sul versante politico, il confronto è affidato a Stefano Bonaccini, presidente del Partito Democratico, e Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, chiamati a misurarsi non solo sul presente del Paese ma su ciò che oggi significa opposizione e governo in un sistema dove il dibattito rischia di ridursi a slogan e identità contrapposte.
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L’inchiesta sul delitto di Garlasco si avvicina intanto a un passaggio cruciale. Il materiale genetico ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi è davvero riconducibile ad Andrea Sempio? A discuterne saranno la genetista Marina Baldi per la difesa di Sempio e il genetista Pasquale Linarello per la difesa di Stasi, mentre l’avvocato Liborio Cataliotti chiarirà le ultime indiscrezioni della Procura di Pavia, che parla di plurimi indizi sul nuovo indagato. Un terreno, quello della prova scientifica, dove ogni dettaglio può cambiare la prospettiva. Infine, un capitolo che appartiene più alla memoria collettiva che alla cronaca: Emanuela Orlandi. Dopo giorni dedicate alla cosiddetta pista familiare, è stata rivelata l’esistenza di una casa a Spedino, nel Reatino, di proprietà della famiglia Meneguzzi, lo zio acquisito di Emanuela, e nei giorni scorsi sottoposta a perquisizione. All’epoca della scomparsa, quell’uomo fu pedinato per un periodo significativo. Una circostanza che oggi torna in superficie e riapre interrogativi rimasti sospesi per decenni.
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