ECONOMIA
Dazi, preoccupazione per gli orafi
Dal primo agosto i nuovi dazi Usa del 30% sui prodotti europei, annunciati dal presidente Donald Trump per bilanciare lo “squilibrio commerciale”, potrebbero colpire duramente l’economia dell’Unione Europea. Ma quali sono gli scenari e le possibili ricadute per il distretto orafo aretino? “Siamo molto preoccupati - spiega Mauro Benvenuto, presidente della Consulta orafa - Il famoso 30%, che sembra paventarsi, sarebbe un danno enorme alle nostre esportazioni e al settore complessivo. Un danno enorme per la nostra economia. Spero che alla fine si trovi un accordo equo tra Unione Europea e Stati Uniti anche per evitare un problema economico che si riverserebbe su tutte le manifatture del nostro Paese. Un accordo equo e veloce, che arrivi quanto prima. Il clima di incertezza sta indebolendo gli acquisti. Lo scenario è di difficoltà enorme: con i dazi al 30% immaginiamo i nostri articoli quanto andranno a costare, con una diminuzione delle persone che potranno acquistare e un crollo degli ordinativi. Fino ad oggi è stato tutto un togliere e rimettere, un clima di terrorismo psicologico da parte degli Stati Uniti. C’è da capire quale sarà la realtà da qui al primo agosto.”
All’inizio di quest’anno il valore dei dazi statunitensi sulle merci provenienti dall’Europa era del 2,5 per cento, ora è del 10, ma da aprile la situazione si è fatta molto caotica.
“C’è tanta preoccupazione – aggiunge Giordana Giordini, presidente Orafi Confindustria Toscana Sud – perché il mercato americano per Arezzo è molto importante. Questo 30% e la situazione generale rappresentano sicuramente un problema per Arezzo. Una problematica che si unisce ad un blocco di un po’ di tutti i mercati. Con l’oscillazione dell’oro e la situazione geopolitica i mercati sono a rilento. La situazione per il distretto orafo aretino e italiano in generale è preoccupante. In più da qualche giorno c’è stata l’introduzione di una tassa del 6% della merce italiana in entrata in Turchia che farà notevolmente diminuire i fatturati delle aziende. Sarà un autunno caldo e speriamo che si risolva al meglio. Noi come aziende di Confindustria abbiamo anche rivolto lo sguardo ad altri mercati europei e asiatici. Si guarda con molta preoccupazione al futuro.”
Secondo i dati che a metà giugno sono stati presentati alla Giornata dell’Economia che si è tenuta alla Borsa Merci di Arezzo, l’export provinciale ha registrato una crescita significativa nel primo trimestre del 2025, attestandosi a 3 miliardi e 941 milioni di euro, con un aumento dell’11,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Una espansione - era stato sottolineato in una comunicazione della Camera di Commercio Arezzo-Siena - “trainata principalmente dal settore dei metalli preziosi che ha quasi raddoppiato le esportazioni, crescendo del 98% da 911 milioni di euro nel primo trimestre 2024 a un miliardo e 800 milioni nel primo trimestre 2025.”
Il settore della gioielleria ha invece subìto un calo del -22,8% dopo diversi trimestri di crescita sostenuta. Una contrazione che, stando agli indicatori, è dovuta principalmente a un rallentamento della domanda proveniente dalla Turchia che ha segnato una diminuzione del 41,2% rispetto al primo trimestre 2024. “Un andamento complessivo del comparto gioielleria-metalli preziosi fortemente influenzato dalle quotazioni record del prezzo dell’oro.”
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