Il delitto di Foiano
La vittima e il fermato
Omicidio della psicoterapeuta di Foiano della Chiana, restano dei punti vuoti da colmare. Dopo il fermo di Irfan Rana Mohamed, il 37enne pakistano che ha confessato di aver ucciso Letizia Girolami, 72 anni, colpita alla testa con un bastone durante una lite, non si trovano né il pezzo di legno usato per il delitto né il telefono cellulare della donna. E la dinamica del fatto deve essere precisata meglio, oltre all'origine di tanta violenza.
Fissata per le 9.30 di oggi, martedì 8 ottobre l'udienza di convalida del fermo di polizia giudiziaria dell'uomo, che collaborava con Letizia nella gestione della fattoria e aveva avuto una relazione sentimentale con sua figlia, ma si erano lasciati. Da capire meglio il perché dell'aggressione così violenta, nel campo della tenuta di Poggi Grassi tra Foiano, Pozzo della Chiana e Marciano. Tra i due c'erano attriti relativi alla cura del luogo, con Letizia che portava avanti i suoi progetti, con determinazione: laghetti spirituali e altre migliorie in un luogo popolato da molti animali da cortile e pavoni, il suo piccolo eden, dove svolgeva anche rituali da sciamano.
Visioni divergenti, incomprensioni, ruggini sembra avessero creato un clima di altissima tensione che sabato pomeriggio, 5 ottobre, è degenerato nel delitto d'impeto ammesso dal pakistano. I due discutevano in un luogo coperto dalla vegetazione, a una cinquantina di metri dal casolare, e lì il 37enne ha usato un pezzo di legno come arma.
L'autopsia dirà quanti colpi ha ricevuto la donna e con quale intensità. Il decesso non sarebbe stato immediato. Irfan si è poi allontanato da Foiano, in direzione di Prato dove i carabinieri lo hanno rintracciato. Dopo il ritrovamento del cadavere - avvenuto verso la mezzanotte tra sabato e domenica - è stato tra le persone sentite come informate sui fatti. Non ha convinto, anzi, le sue contraddizioni si sono aggiunte agli elementi raccolti dagli inquirenti, i carabinieri di Foiano, della compagnia di Cortona e del reparto investigativo di Arezzo.
Il quadro indiziario ha ricevuto conferma dalle parole dello stesso sospettato, interrogato davanti al pm Angela Masiello: è crollato ed ha reso confessione. Verso le 22 di domenica è stato formalizzato il fermo. L'inchiesta della procura deve mettere in ordine tutti i tasselli per formulare il capo d'accusa preciso.
Il giudice Stefano Cascone oltre alla convalida, dovrà esprimersi sulla misura cautelare per il pakistano, se confermare la custodia cautelare in carcere o i domiciliari. La relazione sentimentale del 37enne con la figlia di Letizia andava a corrente alternata. Si erano lasciati e il giorno del delitto lei era in Spagna dove il padre - interprete canadese, 72 anni - preoccupato per l'assenza della moglie a cena, l'ha raggiunta telefonicamente per avvisarla. Le ricerche hanno fatto emergere la tragica verità. Letizia era riversa tra l'erba con la testa sfondata. Nel giro di poche ore si è risaliti all'autore del crimine.
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