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Arezzo

Ha ucciso la moglie malata ma era sotto stress traumatico, non è pericoloso. Sacchi avrà sconto di pena

Così la perizia sull'ottantenne che sparò alla consorte affetta da Alzheimer. E' nella casa di riposo, ora il processo

Luca Serafini

18 Novembre 2024, 12:37

Ha ucciso la moglie malata ma era sotto stress traumatico, non è pericoloso. Sacchi avrà sconto di pena

Quando Alessandro Sacchi ha ucciso la moglie soffriva di un "disturbo da stress traumatico" che ha provocato in lui "una marcata riduzione delle sue capacità di intendere e volere". Depositata e illustrata la relazione sulla perizia psichiatrica eseguita sull'ottantenne di Arezzo che il 21 giugno 2024 ha ucciso con un colpo di pistola alla testa la moglie Serenella Mugnai, 73 anni, malata di Alzheimer.

L'uomo, che è agli arresti domiciliari nella casa di riposo dell'Istituto Fossombroni, potrà quindi avere la riduzione di un terzo dello sconto di pena nel processo che lo attende. Il reato di omicidio aggravato della persona legata dalla relazione coniugale prevede in teoria l'ergastolo ma adesso lo scenario è ben diverso e tecnicamente si studia pure

la possibilità di accedere al rito abbreviato. Nel caso del rito ordinario, davanti all corte d'assise, per effetto dello sconto della seminfermità mentale e delle attenuanti generiche, la pena finale potrebbe scendere sotto i 10 anni. Con l'abbreviato intorno ai 6. Il pm Marco Dioni si accinge a chiudere le indagini alla luce del passaggio di oggi con il risultato dell'incidente probatorio disposto dal gip Stefano Cascone.

L'anziano era in aula, con gli avvocati Stefano Sacchi e Piero Melani Graverini, suoi difensori. Il vizio parziale di mente è stato accertato dal dottor Massimo Marchi che ha illustrato lo studio compiuto su Sacchi, che quella sera nella casa di via Giotto pose fine alla lunga storia con Serenella, che amava, in un momento di esasperazione perché la malattia neurologica degenerativa non si fermava e la vita di coppia, rivoluzionata, era diventata un calvario.

Dopo aver sparato a Serenella, in quel momento di disperazione e alterazione dopo un banale litigio, l'ottantenne andò dal vicino a dire cosa aveva fatto e attese la polizia per l'arresto. "Non ce la facevo più" disse. Usò una pistola trovata in casa, vecchia arma del tempo di guerra appartenuta al padre, non denunciata. Reato che gli viene contestato in continuazione. La perizia afferma anche che l'uomo è in grado di partecipare al processo e non è socialmente pericoloso. I difensori potrebbero chiedere che venga tolta la misura cautelare dei domiciliari alla Casa Pia.

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