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LA STORIA

Arezzo, bar regala panini ai poveri. A Saione sacchetti con il cibo gratis per chi non se lo può permettere. Angelo Borzi: "Chiedere il mangiare toglie la dignità"

Francesca Muzzi

20 Novembre 2024, 04:42

Barista di Arezzo, a Saione, mette fuori un tavolino con sopra il pane gratis per chi non può permetterselo

Angelo Borzi

Fuori dal bar che fa anche pranzi veloci, c’è un tavolino. E’ protetto dalle intemperie. Sopra ci sono dei sacchetti, circa trenta. Dentro c’è da mangiare. Pane, dolci, pizzette. Non sono “avanzi” della giornata che vengono messi fuori la sera, ma è cibo che viene fatto durante la giornata e che là fuori, sopra quel tavolino, è a disposizione di chi ne ha bisogno. Angelo Borzi è il titolare del bar “Non solo caffè”, in via Vittorio Veneto. L’idea è venuta, “perché le persone e ce ne sono tante che hanno bisogno - dice - venivano dentro al bar e mi chiedevano un pezzo di pane o una brioche. A volte umiliandosi e a me questo dispiaceva”. Cuore sensibile e un retaggio che arriva dall’infanzia: “Io sono nato in Sicilia da una famiglia numerosa. Otto maschi e due femmine, dieci figli in tutto. E ci hanno insegnato che quello che era mio era anche dei miei fratelli e si divideva tutto con passione e con amore”. “E se una persona ci passava davanti - prosegue ancora Angelo - e avevamo un panino e lui non ce l’aveva, lo dividevamo. Perché ho sempre pensato che il dono del dare è più bello del dono del ricevere”. E su questa filosofia di vita, ha costruito, da due mesi la sua attività nella trafficata e multicolore Vittorio Veneto, cuore di Saione. “Magari non mi arricchirò di beni materiali - dice ancora Angelo - però avrò una ricchezza che è quella delle persone che mi vogliono bene”. Quel bar che lui ha rilevato da due mesi, è diventato il suo punto di osservazione, per così dire. “Ho visto gente venire da me a chiedermi un po’ di cibo. Se una persona chiede una brioches, vuole dire che ha fame davvero. E se ha davvero fame vuole dire che è una persona che non si può comprare il cibo. E’ come togliere la dignità e il diritto ad una persona di mangiare e non è bello, considerato quanto ogni giorno sprechiamo”. Così l’idea di restituire un po’ di dignità a chi entrava per chiedere da mangiare. Cioè un tavolino fuori con sopra del pane a disposizione di chi ha bisogno. E descrive: “Ho deciso di mettere fuori questo tavolino, prima di tutto per privacy. Sopra, ogni giorno, ci metto circa trenta sacchetti. Dentro ognuno pane, focacce, paste e se finiscono sono pronto a rifarli”. Quando ci andiamo noi, verso le 11.30, i sacchetti sono già a metà. “Li metto fuori la mattina e fino alla sera, fino a quando non chiudiamo li teniamo sopra al tavolino. Avevo anche pensato - prosegue Angelo - di mettere un thermos con delle bevande calde e dei bicchieri di plastica a disposizione di chi dorme fuori la notte. Alla fine è solo acqua e qualche bustina di thè per noi, ma per chi ne ha bisogno è davvero tanto”. 

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