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LA "DISPUTA"

Arezzo, la proposta: "La Chimera resti in città tre mesi l'anno", Firenze la blinda

Francesca Muzzi

29 Novembre 2024, 04:21

La Chimera

“La Chimera in città, ogni anno, per tre mesi”. Renato Viscovo, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, nelle prossime ore, inoltrerà la sua proposta al ministero della Cultura e nelle mani del ministro Alessandro Giuli. “Nelle scorse settimane - sottolinea - ho parlato già con il ministro Giuli per capire se ci fosse la possibilità di riportarla definitivamente ad Arezzo. O per meglio dire se ci fossero strade da seguire per avere la Chimera in città. Ma lo stesso ministro, mi ha spiegato che è praticamente impossibile smembrare una collezione come quella alla quale appartiene la Chimera e così mi sono detto di proporre altro”. Da qui, partirà la richiesta dello stesso Viscovo per avere la Chimera almeno per un certo periodo l’anno. “Tre mesi, mese più, mese meno, quello sarà da stabilire successivamente, ma sarebbe davvero un bel veicolo turistico avere la Chimera anche solo per un periodo limitato. Visto il successo che sta riscuotendo in queste settimane durante la mostra dedicata al Vasari”. La richiesta verrà dunque inoltrata e poi “capiremo se sarà fattibile, oppure no”, dice ancora Viscovo. Intanto la mostra di Vasari è davvero un successo. Oltre 7 mila i biglietti venduti e si prospetta dunque un altro fine settimana ricco di visitatori tra gruppi di turisti e scolaresche. Ma della proposta del consigliere di Fratelli d’Italia, Renato Viscovo, che cosa ne pensano a Firenze? “Spostare un bronzo tre mesi l’anno, ogni anno, non è affatto uno scherzo”, sentenzia subito il direttore del Museo Archeologico di Firenze, Daniele Maras che spiega: “Per ogni opera d’arte c’è un problema di conservazione. E un eguale problema a spostarla da una parte all’altra. Il bronzo della Chimera, ha delle caratteristiche precise che richiedono un determinato tasso di umidità e di esposizione agli agenti esterni, per esempio. Quindi spostarla tutti gli anni, per un determinato periodo e poi riportarla a Firenze non dico che sia tecnicamente impossibile, ma rischioso e problematico sì”. In queste settimane, comunque, è stato avviato un discorso con il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli. Maras conferma: “Sì, abbiamo cominciato a parlare di una serie di iniziative che possiamo fare in accordo tra Firenze e Arezzo”. Tra queste c’è la riapertura della sala della Chimera che avverrà nei prossimi mesi “subito dopo i lavori di ristrutturazione. Il periodo della mostra di Vasari, coincide infatti con la ristrutturazione della stanza che nel 2025 ospiterà, al Museo Archeologico, solo la Chimera”. “Praticamente - spiega ancora il direttore - abbiamo accolto con gioia l’offerta di esporla ad Arezzo nell’ambito delle celebrazioni Vasariane, altrimenti le avremmo dovuto trovare una collocazione temporanea meno dignitosa”. La ristrutturazione della stanza avverrà grazie ad un finanziamento internazionale dei coniugi Laura e Jack Winchester, veicolato tramite la King Baudouin Foundation USA (oggi Myriad) e sarà curato dallo studio di architettura fiorentino Guicciardini & Magni, con la supervisione scientifica di Mario Iozzo e dello stesso direttore Daniele Maras. “Al termine dei lavori - prosegue il direttore - a tagliare il nastro della nuova ‘casa’ della Chimera inviteremo i due sindaci di Arezzo e di Firenze con i quali abbiamo intrapreso un discorso di collaborazione”. E se è difficile riavere la Chimera in città definitivamente per i motivi elencati da Daniele Maras, impensabile diventa riaverla per sempre. “A questo proposito vorrei sottolineare - spiega ancora il direttore - che la Chimera, fatto salvo il periodo in cui era sotto terra, è stata più tempo a Firenze che ad Arezzo. Considerato che venne donata a Cosimo appena un mese dopo il suo ritrovamento, tanto che Vasari scriveva di come gli aretini fossero onorati che il bronzo avesse un posto di spicco a Palazzo Vecchio”.

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