Arezzo
Ladri alla Fullove di Laterina
In carcere due persone sospettate per almeno due furti alle aziende orafe del distretto dei preziosi di Arezzo. Sono entrambi cittadini originari della Romania e sono ritenuti autori, con altri, del colpo alla Fullove di Laterina del 28 novembre e dell'assalto alla New Chains di Tegoleto del 22 novembre.
E' la prima importante risposta delle forze dell'ordine al dilagare del crimine contro le imprese del settore orafo. I due sono stati intercettati la mattina del 29 novembre a Laterina. Uno, fuggito nei campi dopo il raid che ha fruttato 150 mila euro in oro, argento e ottone, dopo aver vagato tra la vegetazione, dove era scappato all'arrivo di vigilanza e forze dell'ordine, si ingenuamente recato presso un bar. Vestito con indumenti scuri, sporco di fango, chiedeva di poter telefonare. I cittadini hanno sospettato e sono intervenuti i carabinieri della stazione di Laterina Pergine Valdarno e la polizia.
Successivamente è stato bloccato un altro rumeno, che era a bordo di una Lancia Y, probabilmente andato a recuperare l'altro. Per entrambi sono emersi elementi che hanno fatto scattare il fermo di polizia giudiziaria, convalidato in tutti e due i casi dal gip di Arezzo. Anche le immagini della videosorveglianza fornirebbero riscontri sulla partecipazione ai due episodi della scia criminosa che con l'assalto a Croma Catene di Subbiano è arrivata a 24 episodi. In questo ultimo caso, un'azione in stile militare, il commando avrebbe un'altra matrice. Asportati almeno 100 chili di oro. Indagini in corso.
Rispetto al furto di Laterina, si è trattato di una operazione congiunta, dove importante è stato l'input proveniente dalla cittadinanza. Questa la nota diffusa questa mattina da polizia e carabinieri dopo l'autorizzazione del procuratore Gianfederica Dito:
"Nella nottata di venerdì 29 novembre, nell’ambito delle attività investigative di contrasto ai furti in danno alle aziende orafe della provincia di Arezzo, il personale della locale Squadra Mobile, dei militari della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Arezzo, congiuntamente al personale del Servizio Centrale Operativo di Roma, hanno sottoposto a provvedimento di fermo di indiziato di delitto due cittadini di nazionalità rumena.
A carico dei soggetti in questione sono stati raccolti dalla squadra investigativa interforze coordinata dalla Procura della Repubblica di Arezzo, gravi indizi di colpevolezza in relazione ad almeno due degli ultimi episodi criminosi commessi ai danni di due diverse aziende del comparto orafo presenti sul territorio aretino.
Più nello specifico, alle prime luci del mattino, dopo il furto commesso nella notte ai danni della ditta di lavorazione di metalli preziosi “Fullove” di Laterina Pergine Valdarno, veniva segnalato dai cittadini del luogo un soggetto aggirarsi nei pressi di un bar sito a pochi metri dalla Stazione dei Carabinieri di Laterina. Il giovane, non della zona, si aggirava con fare circospetto e con indosso abiti e scarponcini sporchi di fango, chiedendo agli utenti del bar di poter effettuare una chiamata non essendo in quel momento provvisto del telefono cellulare. I militari della Stazione notavano l’uomo e dopo averlo identificato gli chiedevano le ragioni della sua presenza lì, senza però ottenere risposta. Venivano dunque attivati gli uomini della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Arezzo e gli uomini della Squadra Mobile di Arezzo, visto il possibile collegamento dell’uomo con il furto commesso nella notte ai danni della ditta orafa che si trovava a pochi metri dal luogo in cui il soggetto veniva avvistato.
Nel corso degli ulteriori accertamenti, la Stazione Carabinieri di Pergine Valdarno sottoponeva a controllo un’autovettura Lancia Y, con una sola persona a bordo, anch’egli con tratti dell’Europa dell’est, che procedeva in maniera irregolare e con fare circospetto
nei pressi di una strada sterrata presumibilmente utilizzata nella notte dai ladri per darsi alla fuga nelle campagne dopo il furto commesso alla ditta “Fullove”.
Anche il secondo soggetto di nazionalità rumena affermava di non parlare correttamente l’italiano e di non essere della zona, ma non sapeva fornire agli investigatori ragioni plausibili in merito alla sua presenza nei paraggi della ditta “Fullove” dove poche ore prima era stato consumato il furto di metalli preziosi ad opera di ignoti.
Si decideva, dunque, di compiere più approfonditi accertamenti accompagnando i soggetti negli uffici di polizia per l’identificazione.
Prendeva avvio un’intensa attività info-investigativa portata avanti dagli uomini della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Arezzo, della Squadra Mobile di Arezzo e del Servizio Centrale Operativo di Roma, che portava in poche ore ad individuare il covo utilizzato dalla banda fuori provincia e dove, all’esito di una perquisizione, venivano rinvenuti elementi utili ai fini delle indagini che ricollegavano inequivocabilmente i due soggetti al furto commesso la notte prima a Laterina Pergine Valdarno e nello specifico indumenti ed arnesi utilizzati nel corso dell’azione criminosa, oltre ad ulteriori elementi e riscontri investigativi utili al prosieguo delle indagini.
Ulteriori acquisizioni info- investigative portavano, infatti, a riscontrare la presenza dei due soggetti di nazionalità romena anche sul territorio di Tegoleto, nel comune di Civitella in Val di Chiana (AR) la sera del tentato furto commesso ai danni della ditta “New Chains” il 22 novembre 2024. Anche per il furto in questione, che per caratteristiche, modus operandi e fattezze fisiche dei rei estrapolate dalla comparizione delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza risultava agli investigatori come azione da ascrivere al medesimo sodalizio criminoso, gli accertamenti svolti ed i riscontri acquisiti non lasciavano adito a dubbi circa il coinvolgimento nel tentato furto in questione dei due soggetti investigati.
I due cittadini di nazionalità romena, non provenienti da questo ambito provinciale, in ragione degli elementi raccolti e dei riscontri raggiunti nell’ambito delle attività d’indagine svolte dagli uffici investigativi sopracitati, visti i gravi e concordanti indizi di reato raccolti a loro carico e vista la sussistenza del pericolo di fuga, sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria per il furto aggravato commesso a Laterina Pergine Valdarno (ditta “Fullove”) la notte del 28 novembre 2024 e per il tentato furto pluriaggravato commesso a Tegoleto (ditta “New Chain”) la notte del 22 novembre 2024 per poi essere tradotti presso la Casa Circondariale di Arezzo su disposizione del P.M. della Procura della Repubblica di Arezzo titolare del procedimento.
Il P.M. procedente ha richiesto al G.I.P. presso il Tribunale di Arezzo la convalida del fermo e l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere. I provvedimenti di fermo sono stati convalidati ed è stata applicata dal giudice la misura richiesta dal P.M. confermando il carcere per i due soggetti fermati. ratificando a pieno l’operato delle forze di polizia.
Un plauso all’attività d’indagine congiunta e coordinata svolta dal gruppo interforze e per i risultati raggiunti dalla Sezione Operativa e dalla Squadra Mobile è stato espresso anche dal Sig. Prefetto di Arezzo, che ha più volte convocato nell’ultimo periodo Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica al fine di predisporre e rafforzare di comune accordo con le forze di polizia l’attività di controllo del territorio e le azioni dicontrasto da mettere in campo contro il fenomeno dei furti commessi ai danni delle aziende del comparto orafo presenti all’interno della provincia di Arezzo; non da ultimo il Comitato svoltosi in data odierna in cui il Sig. Prefetto ha anche colto l’occasione per congratularsi con le forze di polizia alla luce della brillante operazione conclusa con i due provvedimenti di fermo.
Si mantiene il massimo riserbo sul prosieguo dell’attività, fermo restando che è ancora in corso attività investigativa coperta dal segreto istruttorio e che a carico dei due soggetti sottoposti a fermo, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, sussiste la presunzione di innocenza, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile".
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