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IL PARADOSSO

Pieve a Ranco, la casa non sarà demolita nemmeno oggi. Ora la data è giovedì 12 dicembre

Francesca Muzzi

09 Dicembre 2024, 07:20

Casa crollata sulla statale 73: comincia la procedura di demolizione

Sarebbe dovuto andare giù lunedì 9 dicembre, come annunciato dall’ingegnere del Comune, Serena Chieli, il rudere che dalla notte tra il 23 il 24 ottobre, impedisce ai residenti di Pieve a Ranco di percorrere la vecchia Senese Aretina in direzione Valtiberina. Ma non sarà così. L’assessore Alessandro Casi, precisa che “sì, questa sarà la settimana decisiva, ma il rudere sarà abbattuto giovedì 12 dicembre”. Ancora dunque un rinvio. Ma perché? Spiega ancora l’assessore Alessandro Casi: “Oggi ci sarà un incontro per valutare lo stato di consistenza e sarà anche l’ultimo richiamo per i proprietari. Se non si presentano, iniziamo a sistemare e poi giovedì verrà buttato giù”. I sei proprietari del rudere, una volta trovati e avvertiti, avrebbero dovuto provvedere a mettere in sicurezza o a demolire, ma nessuno si è presentato e a questo punto il Comune provvederà a fare buttare giù il rudere e a mettere in conto ai proprietari il costo. C’è ancora dunque un rinvio per il rudere, ma soprattutto per i residenti - circa una settantina - che sono costretti da quasi due mesi a fare il giro dalla superstrada per raggiungere la Valtiberina accumulando diversi chilometri. Era la notte tra il 23 e il 24 di ottobre quando la casa -che già aveva avuto un crollo parziale nel 2016 - è venuta ancora più giù tanto da scrivere l’ordinanza di divieto di passaggio della strada. Isolate sono rimaste le frazioni di Pieve a Ranco e Molin Nuovo. Un crollo anche a livello economico, perché l’unico generi alimentari rimasto che fa anche ristorante, ha avuto un calo di clienti sempre da coloro che arrivavano dalla Valtiberina. Residenti che sono stati sul piede di guerra per diverso tempo. Tanto che le transenne che indicavano la chiusura della strada, sono state più volte aperte per evitare la quattro corsie. Giovedì sarà la giornata decisiva? Qualcuno esclama: “Fino a che non vediamo, noi non ci crediamo”.

Servizio sul Corriere del 9 dicembre

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