L'APPELLO
Desta preoccupazione l’attacco del lupo che, sabato scorso, ha ucciso un cinghiale vicino alle cae. Il fatto, come denuncia il Comitato Emergenza Lupo, è accaduto alla Meridiana, una delle zone più popolate e la carcassa del cinghiale è stat ritrovata vicino alle case. Oggi, a seguito della notizia pubblicata dal Corriere ieri, arrivano altre segnalazioni di attacco di lupo, questa volta nei confronti di gatti e sempre vicino alle case. La zona è quella di Sant’Andrea a Pigli, a conferma che, come detto dal Comitato “proprio dalla zona limitrofa all’aeroporto e in quella fascia che va da Ripa di Olmo, fino alla Maestà di Giannino ci arrivano continue segnalazioni della presenza di lupi”. Il Comitato proprio a seguito di questi attacchi, ha deciso di proporre: “L’impiego sistematico di tamponi per il prelievo di campioni di Dna nei pronto soccorso”. Spiega Marco Bruni del Comitato Emergenza Lupi: “Quando siamo di fronte ad attacchi che siano verso gli umani o anche verso gli animali, occorrono delle vere e proprie prove scientifiche decisive per accertare l'origine dell'aggressione e le relative responsabilità”. Spiegano dal Comitato: “Le aggressioni attribuite ai lupi generano controversie e dibattiti, sia per la difficoltà di distinguere gli effettivi responsabili (ad esempio i cani i o cosiddetti ‘ibridi’) sia per il danno emotivo che tali eventi comportano, nelle persone aggredite, ma anche nella popolazione che si trova a fronteggiare l’ormai diffuso pericolo. Il crescente numero delle aggressioni all’uomo, non ha indotto alcuna risposta da parte delle istituzioni nazionali e regionali. Il cuore del problema non è costituito solo dagli insanabili danni alla pastorizia estensiva, alla biodiversità ed alla rarefazione della fauna selvatica (il capriolo in modo particolare), oggi vediamo predare sistematicamente anche gli animali domestici e d’affezione, infine addirittura l’uomo”. Come appunto le segnalazioni che sono arrivate relative ai gatti: “Ormai quasi quotidianamente si riferiscono casi di aggressioni alle persone, ma la sanità pubblica non si sta dotando di quegli strumenti, di per se non onerosi, che servirebbero a rappresentare lo stato attuale dell’emergenza. La raccolta di campioni di Dna direttamente dalle ferite o dai tessuti danneggiati delle vittime sia umani che animali rappresenterebbe un importante passo avanti. Questi dati consentirebbero di identificare con certezza la specie responsabile, fornendo elementi oggettivi per orientare le azioni di controllo e di prevenzione”. Ancora il Comitato: “I pronto soccorso (anche quelli veterinari) sono un nodo cruciale in questa strategia. Dotare le strutture sanitarie di kit per il prelievo di campioni biologici garantirebbe un intervento tempestivo e standardizzato. I tamponi, una volta raccolti, verrebbero inviati a quei laboratori specializzati per l'analisi genetica, già presenti nel territorio”. Da qui la richiesta alla Regione Toscana: “Dato che non chiede l’applicazione delle deroghe al ministro dell’Ambiente, dovrebbe quantomeno dotare i pronto soccorso sia degli ospedali, ma anche dei centri veterinari, dei necessari tamponi per il prelievo del Dna dalla morsicature. Facciamo appello al consigliere regionale Marco Casucci, vice presidente del Consiglio Regionale della Toscana, affinché sollevi la questione nelle sedi di competenza, confidando nel fatto che in questi anni di attività non ci ha mai fatto mancare il suo appoggio e la fattiva collaborazione per la risoluzione di questo grave problema”. E il consigliere regionale ha già raccolto l’appello.
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