IL FATTO
“Negro di m...” durante la partita del campionato Juniores provinciale, l’allenatore dice basta e ritira la squadra. Succede ad Alberoro nel match contro il Cortona. Ma, come racconta l’allenatore Matteo Bruno “non era la prima volta che i nostri giocatori di colore venivano offesi e visto che nel 2025 non possiamo più sentire frasi così, ho ritirato la squadra, con il permesso della società”. Esemplare il comportamento del Cortona che è andato a scusarsi dentro lo spogliatoio e che ha preferito successivamente, non riprendere la partita. Ma andiamo con ordine, perché prima di arrivare alla partita in questione, c’è un antefatto. “Alcune settimane fa stavamo giocando a Viciomaggio - racconta l’allenatore Bruno - quando ad un certo punto vedo questo ragazzo di colore, in squadra ne abbiamo due, che invece che correre, cammina. Pensavo che fosse successo qualcosa, che non stesse bene e invece mi dicono che poco prima era stato insultato da un avversario. Anche in questo caso con frasi razziste”. A quel punto l’allenatore ne parla con la società e la stessa autorizza il mister, se dovesse succedere di nuovo, di togliere la squadra dal campo. Detto e fatto. Mercoledì 19 marzo recupero Alberoro-Cortona. A cinque minuti dall’inizio del secondo tempo, l’allenatore Bruno sente chiaro l’epiteto razzista rivolto al ragazzo di colore “negro di m...”. A quel punto non ci pensa su due volte e decide di ritirare la squadra. Praticamente la partita è finita lì. “Siamo andati negli spogliatoi. Noi nel nostro e il Cortona nel loro. Tra l’altro, ho anche parlato con il mister del Cortona, Emiliano Carresi, che ha subito compreso la situazione. Esemplare il comportamento del Cortona che è venuto nel nostro spogliatoio a scusarsi”. Dopo circa 20 minuti, l’Alberoro si era convinto di riprendere la partita, ma a quel punto, il Cortona ha deciso che era meglio finirla lì. “Volevamo dare un segnale forte e speriamo di esserci riusciti, perché non ne possiamo più di questi episodi nel calcio”, sottolinea ancora l’allenatore Bruno che non è la prima volta verso questi gesti di fair play. Sempre sulla panchina dell’Alberoro, prima del Covid, dopo un gol su un episodio dubbio, aveva chiesto ai suoi ragazzi di restare fermi per permettere alla squadra avversaria di pareggiare. Mercoledì scorso invece ha deciso di prendere le difese del giocatore per le offese ricevute. Subito dopo la società ha fatto un post sul proprio profilo facebook: “Non vogliamo sicuramente essere i paladini della giustizia o delle buone maniere, non vogliamo condannare o giudicare nessuno - scrivono - desideriamo soltanto sensibilizzare tutti quanti su un tema che nel 2025 non ha senso di esistere, mandare un segnale. Accetteremo di buon grado qualunque decisione del giudice sportivo, non è in ballo un banale risultato di una partita, c’è molto di più, tutti quanti dobbiamo imparare dagli errori, i giovani in particolare modo”.
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