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L'esperienza

Il mio primo articolo l'1 X 2 sulla Terza Categoria, poi per il Corriere tante storie di sport e non solo

Marco Cavini racconta la sua collaborazione con il nostro giornale in vista del 40° del quotidiano di Arezzo

Marco Cavini

01 Marzo 2025, 07:34

Marco Cavini e Pieraccioni

Marco Cavini intervista Pieraccioni

Agosto del 2009, in spiaggia nella maremmana Alberese. Squilla il telefono. Un numero che non conosco, a cui rispondo con un certo scetticismo.

“Pronto”, risponde la voce dall'altro lato della cornetta, “Sono Federico Sciurpa, caposervizio del Corriere di Arezzo. Cerchiamo un collaboratore per la parte sportiva”.

La chiamata, completamente inaspettata, scatena un turbinio di emozioni: avevo da poco terminato la triennale in Media e Giornalismo all'Università di Firenze ed ero prossimo ad avviare la specialistica in Comunicazione Istituzionale e d'Impresa all'Università di Perugia, ma nel frattempo avevo iniziato a maturare esperienze sul campo con TsdTv e con l'allora settimanale Arezzo, diretto da Francesco Caremani, dove mi occupavo proprio di sport.

La possibilità di iniziare a scrivere su un “giornale” era il sogno di chi aveva intrapreso il mio percorso di studi.

Ecco che, allora, la mattina dopo questa famosa chiamata ero già nella redazione del Corriere di Arezzo in via Petrarca. È ancora indelebile il ricordo dell'entusiasmo provato nell'entrare nel luogo dove avviene la genesi del giornale, dove ogni giorno viene deciso cosa scrivere e come scrivere per raccontare la città e le vallate.

La seconda persona che incontrai è Francesca Muzzi che mi accolse con un sorriso e che mi fece subito sentire ben voluto. “Per iniziare ti occuperai della Terza Categoria”, mi spiegò Francesca, “Il fine settimana presentiamo le partite con l'1-X-2: senti un dirigente, un allenatore o un giocatore per giocare la schedina. Poi usciamo con la classifica marcatori, con i top 11 dell'ultima giornata e, infine, con una storia. Il calcio dilettantistico è pieno di storie da raccontare. Marco, ricorda sempre: il calcio dilettantistico è il nostro vero fiore all'occhiello”.

Inizia così il mio percorso al Corriere di Arezzo, dal più basso dei campionati dilettantistici che attirava però il più alto tasso di interesse tra i lettori perché era l'unico giornale a parlarne.

I consigli di Francesca, soprattutto nei primi articoli, erano una costante per acquisire le regole basilari per scrivere su un quotidiano. “Marco”, mi ripeteva, “descrivi bene i fatti: non dare mai per scontato che il lettore già sappia ciò di cui scrivi”.

Dalla Terza Categoria sono poi passato rapidamente a seguire anche la Seconda Categoria, la Prima Categoria e gli altri sport, animato dall'obiettivo di portare alla luce storie, aneddoti, vicende e persone che meritano di essere raccontate. Ricordo ancora una rubrica dove andavamo a scovare le discipline di nicchia, sconosciute, esotiche o praticate da pochi appassionati che, insieme, tenevano viva la loro passione con sacrificio e con determinazione, spesso addirittura “autotassandosi” per la mancanza di sponsor o di impianti.

Ben presto ho poi iniziato a spaziare tra tanti diversi argomenti, forte della crescente fiducia della caposervizio Antonella Lunetti e del resto della redazione: dall'economia alla cultura, dagli eventi alla politica, dal sociale al variegato panorama dell'associazionismo, fino alle tematiche collegate al racconto della chiesa e della Diocesi.

Tra gli articoli, ricordo con piacere le interviste al premier Giuseppe Conte all'assemblea nazionale dell'ANCI o a Leonardo Pieraccioni nel giorno del mio compleanno, ma anche il racconto della festa della Champion's League dell'Inter al Poggio Neroazzurro nelle colline cortonesi o della partecipazione degli scout aretini alla Route Nazionale del 2014 dove ero anche Incaricato Regionale alla Comunicazione per l'Agesci. Tutto questo fino al 2020, per un totale di ben undici anni di articoli e di interviste, prima di scegliere di lasciare il giornale per dedicarmi esclusivamente all'attività da “libero professionista” nell'agenzia di comunicazione che nel frattempo avevo creato, fatto crescere insieme a Elettra Fiorini (amica e collega anche al Corriere di Arezzo) e diversificato nell'attività tra ufficio stampa, social network e altri servizi.

Raccontare un decennio della città è stato un motivo di orgoglio ma, prima ancora, una vera responsabilità per riportare la verità e l'oggettività dei fatti: sono sempre stato animato da un sentimento di forte rispetto verso il lettore e, per questo motivo, ho sempre ritenuto importante pesare il valore e gli effetti di ogni singola parola.

La più bella eredità di questi undici anni, oltre alla crescita professionale e umana, è indubbiamente rappresentata dai rapporti creati nel corso del tempo con le tante persone intervistate con cui ho avuto la fortuna di dialogare, mettendo in campo empatia, ascolto e disponibilità.

Tra i rapporti rientrano indubbiamente anche quelli con i giornalisti della redazione con cui, giorno dopo giorno, ho vissuto occasioni di confronto e a cui va il mio ringraziamento e la mia gratitudine per il percorso vissuto insieme e per l'impegno riposto nel loro lavoro al servizio del giornale: Francesca, Marco Antonucci e Luca Serafini.

Buon quarantesimo compleanno Corriere di Arezzo!

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