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Il contributo

Il Corriere testimone dello sport aretino in questi 40 anni. Storie, volti, imprese

Il contributo di Alberto Melis delegato provinciale Coni

Alberto Melis

06 Marzo 2025, 08:16

Alberto Melis

Alberto Melis

Curiosamente i 40 anni del Corriere di Arezzo coincidono temporalmente con il mio percorso di dirigente sportivo e questa concomitanza mi permette, anche se in poche righe, di raccontare un po' di storia e la evoluzione dello sport di Arezzo e provincia.

La prima istantanea che può fotografare il mondo sportivo di Arezzo e provincia è quella che ancora oggi raffigura la sua inalterata peculiarità di movimento diffuso: sono oltre 700 le asd provinciali che fanno capo alle federazioni, agli enti di promozione sportiva ed alle discipline associate e che, grazie ad alcune eccellenze dei vari settori giovanili, ha visto raggiungere in questi anni anche molti successi in svariate discipline.

Questa capillarità ha fatto sì che anche molti atleti della nostra città e della provincia abbiano partecipato in questo periodo alle Olimpiadi e tra questi ricordo Michele Santucci per il nuoto, Chiara Bazzoni per la atletica leggera, Matteo Marconcini per il judo, Martina Bartolomei per il tiro a volo, Susanna Marchesi e Lara Mori per la ginnastica.

Tra le tante discipline dilettantistiche vanno menzionati i grandi risultati a livello di campionati italiani della ginnastica artistica e ritmica, del tennis, degli sport di combattimento, in particolare lotta, karate e taekwondo, della scherma, della pesca sportiva e del tiro a volo.

Detto che in Italia sono solo sei le discipline che riconoscono il professionismo, (calcio, golf, pallacanestro, pugilato, motociclismo e ciclismo) in questi 40 anni si possono ricordare i titoli di Efrem Calamati e della famiglia Nicchi nella boxe, alcune vittorie nelle grandi corse di Daniele Bennati per il ciclismo ed i titoli di Luca Scassa nel motociclismo.

I grandi risultati, spesso neanche troppo conosciuti dal grande pubblico a causa di media troppo calciocentrici, sono stati conseguiti grazie all'impegno personale ed alla passione di tanti dirigenti e tecnici che costituiscono un vero patrimonio per il mondo sportivo aretino anche perché sono i reali portatori e diffusori di tutti quei valori che lo Sport racchiude in sé.

È importante evidenziare come i risultati e quindi la crescita del movimento siano stati ottenuti nonostante una grave carenza di impianti sportivi che la politica, salvo qualche rara eccezione, non è riuscita a sanare in tutti questi anni nonostante la conclamata e condivisa importanza dello Sport quale mezzo di coesione sociale e di prevenzione sanitaria.

È auspicabile che il riconoscimento che lo Sport ha ricevuto lo scorso anno con l'inserimento nell'articolo 33 della nostra Costituzione possa contribuire, se non a cambiare, almeno a migliorare le politiche di indirizzo.

Altra considerazione è necessariamente poi legata al mutamento organizzativo determinato dal variato quadro normativo di riferimento e che, a partire dai primi anni del secondo millennio, ha fortemente influenzato gli assetti delle associazioni sportive dilettantistiche. La gestione “artigianale”, quasi a livello familiare, di un sodalizio sportivo di fine '900, oggi risulta non più sostenibile da parte di quei dirigenti volontari che per tanti anni si sono fatti carico di ogni attività ed infatti all'interno delle società si trovano adesso figure professionali quali il preparatore atletico, il fisioterapista, lo psicologo, il commercialista, figure che nel secolo scorso non avrebbero trovato collocazione se non nelle società professionistiche. D'altra parte, tutte queste professionalità hanno contribuito alla crescita del movimento affinando gli aspetti tecnici e gestionali delle associazioni stesse.

È stata inoltre riconosciuta la figura del lavoratore sportivo con tutte le garanzie previdenziali, sanitarie e di tutela del rapporto di lavoro che fino ad adesso si fondavano su di un rapporto fiduciario, spesso piuttosto precario. Questo ha comportato uno sforzo organizzativo e un impegno economico, aggravato dal periodo pandemico, che ha messo a dura prova il mondo delle asd ma che, come tutti i momenti storici di cambiamento, rappresenta, oltre alla ricerca della soluzione di un problema, una indiscutibile opportunità di crescita. È un faticoso cambio di paradigma culturale che è diventato ormai ineludibile alla luce della recente cosiddetta Riforma dello Sport.

Va infine evidenziato come, in questo periodo che stiamo analizzando, vi sia stata una importante crescita di attenzione che le società sportive hanno dedicato al mondo della disabilità. Grazie alla sensibilità di tante associazioni, oltre a quelle specificatamente dedicate, nel panorama aretino (così come in quello nazionale) trovano finalmente spazio tante progettualità dedicate alla accoglienza ed alla inclusione di giovani atleti con disabilità fisiche, psichiche o cognitive.

Questa ritengo sia la medaglia più bella che il nostro mondo può appuntarsi perché si declinano e soprattutto si mettono concretamente in pratica i principi valoriali più belli dello Sport.

Termino questo mio breve racconto ringraziando il Corriere di Arezzo per la costante attenzione dedicata allo Sport aretino tutto, una attenzione viva e reale perché chi ha scritto di Sport ha vissuto in prima persona gli eventi ed ha potuto così cogliere l'essenza della vittoria, della sconfitta o anche della semplice gioia della partecipazione ad ogni gara o campionato. Auguri al Corriere di Arezzo che possa sempre continuare ad accompagnare con la propria autorevole testimonianza questo aspetto di vita così importante per la nostra comunità.

Alberto Melis, Delegato provinciale Coni

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