CALCIO
Ciccio Calzona ritira il Timone d'oro
È stato consegnato lunedì a Francesco Calzona il 34° Timone d’Oro, prestigioso riconoscimento che ogni anno viene assegnato dall’Aiac (associazione italiana allenatori di calcio) ai protagonisti della stagione. La cerimonia si è svolta nella cornice dell’Hotel Minerva, alla presenza di numerosi allenatori, dirigenti e rappresentanti di società calcistiche e istituzioni.
Due i momenti distinti: alle 18.15 si è svolta la riunione tecnica dedicata agli allenatori, che ha visto protagonista proprio Calzona in forma di relatore insieme al suo staff. Tra i presenti anche Marek Hamsik: ex calciatore del Napoli, oggi dirigente della Nazionale Slovacca, squadra della quale Calzona è attualmente commissario tecnico. A seguire, spazio alla tradizionale Cena di Gala, che ha riunito molti volti noti del panorama calcistico aretino.
Calzona ha ripercorso le tappe della sua carriera e il forte legame con la città: “Mi sento in parte aretino, vivo qui da oltre quarant’anni”, ha raccontato. “Arezzo è casa mia, tifo per la nostra squadra e sono contento che oggi ci sia una proprietà forte, come non si vedeva dai tempi del presidente Terziani. Faccio un grande in bocca al lupo all’Arezzo”. “Sarei contento - ha aggiunto - se passasse di categoria, sono tanti anni che non assapora la serie B. Il presidente e la società hanno grandi ambizioni e quest’anno cercheranno di fare meglio, ho molta fiducia perché questa proprietà mi dà serenità”.
Calzona ha poi ricordato il suo percorso, non sempre lineare, ma fatto di sacrifici e passione: “Ho fatto tanti lavori: il barista, il rappresentante di carne e di caffè. Da calciatore sognavo di arrivare a grandi livelli, ma non avevo la mentalità giusta, e forse la qualità. Ho studiato tanto, sempre con il sogno di arrivare più in alto possibile. Ho lavorato con allenatori importanti che mi hanno dato molto, e ora cerco di portare avanti le mie idee con quello che ho imparato”.
Dopo quindici anni da vice allenatore, è arrivata la chiamata della Federazione Slovacca, accettata con entusiasmo: “Mi piacciono le sfide. Ho rescisso il contratto con il Napoli e sono andato in Slovacchia. Sono orgoglioso di rappresentare quel Paese”.
Infine, il legame con il premio e i ricordi in maglia amaranto: “Non mi aspettavo questo riconoscimento. Quando Loris Beoni mi ha chiamato mi sono emozionato. È un grande orgoglio per me e per la mia famiglia. Ricordo con affetto il periodo all’Arezzo, quando ebbi la possibilità di allenarmi con la prima squadra. Guardavo con ammirazione Menchino Neri, uomo silenzioso e di immensa classe. Non dimenticherò mai quando mi regalò un paio di scarpe mezze usate: avevo quasi paura a indossarle per timore di rovinarle, per me lui era il massimo”.
Premi speciali a Stefano Butti, Alessandro Calori, Stefano Cusin e Luigi Nocentini; premi di categoria per Francesco Bertini e Mauro Rossi, mentre sono stati assegnati dei riconoscimenti a Roberto Gallastroni, Vinicio Dini, Marco Bacci e Marco Tintori.
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