AREZZO
Serse Cosmi al Festival del Calcio
Serse Cosmi torna ad Arezzo ed incanta il pubblico del Roof Garden dell'Hotel New Energy-Valdichiana. Lunedì sera, per la rubrica “I Protagonisti del Calcio si raccontano”, ramo del Festival del Calcio Italiano, Cosmi si è lasciato andare a 360° tra aneddoti, emozioni e ricordi delle sue esperienze nel mondo del calcio.
A condurre la collega giornalista del Corriere di Arezzo, Francesca Muzzi, che ha snocciolato temi riflessivi e ha toccato tematiche moderne e importanti, tra cui - nel finale - i gay nel mondo del calcio: “Ci sono sempre stati, penso che sia normale. Non è normale mettere la testa sotto la sabbia su un argomento così”.
Cosmi ha ripercorso la sua carriera dagli esordi alla Pontevecchio fino all'esperienza balcanica al Rijeka, senza dimenticare le tappe fondamentali a Perugia e ad Arezzo, che hanno avuto degli approfondimenti appositi. Proprio con gli amaranto ha conquistato una doppia promozione, dalla Serie D alla C1, arrivando ad un passo dalla Serie B; mentre con gli umbri, è arrivato anche nei palcoscenici internazionali.
Durante il suo intervento, Cosmi ha condiviso riflessioni sul calcio di oggi e sull'importanza dell'amicizia in questo sport: “Nel calcio possono nascere amicizie anche vedendosi poco. Quello che resta è il legame umano. Arezzo mi ha fatto sentire un privilegiato: mi ha introdotto in un mondo che non conoscevo, dove il blasone contava più della categoria. È stato il mio trampolino verso la Serie A. Il calcio è cambiato: oggi gli staff sono ampi, anche in Prima Categoria, e i procuratori hanno assunto un ruolo sempre più influente. Ma l'evoluzione non sempre è sinonimo di miglioramento. Un altro Serse Cosmi potrebbe ancora esistere nel calcio, forse non in panchina, ma sicuramente con lo stesso spirito”.
Cosmi ha parlato, anche della gavetta. Sempre meno allenatori della massima serie, infatti, provengono da percorsi nei dilettanti; tanto che, ha avanzato una provocazione - che aveva già presentato in passato - per quegli ex calciatori che, dopo una carriera importante, vogliono intraprendere il percorso da tecnici: “due anni nei settori giovanili, dopo gli studi federali, oppure dalla Serie D in giù, e poi liberi di tentare le esperienze nella massima serie o in cadetteria”.
Serse Cosmi ha spaziato poi sui nuovi allenatori della Nazionale, Gattuso per quella maggiore e Baldini per l’Under 21, commentando come “azzeccate le due scelte”, ed ha presentato il suo spettacolo teatrale, raccontando come è nato questo nuovo connubio lavorativo nella sua vita, spiegando che l’impatto che ha avuto “a teatro è stato lo stesso che sentivo in campo: la carica emotiva, la pressione prima di salire sul palco, e le emozioni del pubblico”.
Porta in giro il suo spettacolo “Solo Coppi temo” e spera anche, prima o poi, di presentarlo ad Arezzo. Durante la serata, uno dei momenti più intensi è stato quando Serse Cosmi ha ricordato con profonda commozione Lauro Minghelli, suo ex calciatore tragicamente scomparso a causa di una lunga malattia, e al quale è stata intitolata la Curva Sud del Comunale. Con la voce rotta dall’emozione, l’allenatore ha condiviso il ricordo di un ragazzo speciale, sottolineando quanto il legame umano vada oltre il campo da gioco. Un silenzio carico di rispetto ha accompagnato le sue parole, rendendo quel momento uno dei più tocanti dell’intero Festival.
L’incontro è stato una testimonianza lucida e appassionata, capace di unire cultura, sport e autenticità nel racconto di un uomo sempre apprezzato per il suo lato umano e genuino. Grande entusiasmo anche da parte di Donato Alfani, organizzatore del Festival: “Poter raccontare o leggere il libro di Serse Cosmi - L’Uomo del Fiume - è stato qualcosa di profondo. Un allenatore di grande umanità, in un sistema calcio che oggi manca un po’ di umiltà e che non è un percorso a tempo indeterminato. Cosmi è un professionista umile, acclamato e rispettato. Due ore ricche e intense, soprattutto a margine del calcio non giocato”.
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