Serie C
Cristian Bucchi tra presente e passato: Arezzo e Ascoli
Com'è lontano il 4 febbraio 2023. Fu un giorno amaro per la carriera di Cristian Bucchi. Dopo tre schiaffoni rimediati nella sfida contro il Cittadella, fu esonerato. Costretto a lasciare la guida di una squadra che fino a quel punto del campionato non aveva certo brillato (26 punti in 23 partite), ma nemmeno deluso oltre misura: era lo specchio di una società a cui mancava coerenza (e non solo). Basti pensare che prima di Natale aveva proposto il rinnovo del contratto allo stesso Bucchi, che lo aveva ovviamente accettato: firma a dicembre, esonero a febbraio. Cose che accadono solo nel calcio. Per il tecnico fu una fase molto dolorosa. Bucchi era arrivato sulla panchina dell'Ascoli dopo l'esperienza di Trieste, dove aveva guidato la squadra al quinto posto, battuto la Pro Patria nei preliminari playoff e perso contro il Palermo. Accettò di guidare l'Ascoli ben consapevole delle difficoltà di allenare in una piazza esigente, in cui una tifoseria dal palato sottile era già in forte polemica con la dirigenza. Una piazza che aveva già conosciuto bene da calciatore, prima nel campionato di serie B 2004-05, protagonista di 45 partite e autore di 18 gol tra coppa e campionato; poi nella stagione 2008-09, negli ultimi scampoli di carriera: in quel caso, sempre in B, 21 partite e 3 gol. Nel complesso 66 presenze nell'attacco bianconero e 24 volte la rete gonfiata. Non poco. Quell'esonero, dunque, lasciò il segno. Decisive furono le ultime cinque partite in cui la squadra ottenne soltanto un pareggio. Al suo posto arrivò Roberto Breda che di punti ne mise insieme 21 in 15 partite. La squadra chiuse dodicesima, a due passi dai playoff.
La filosofia dell'allenatore: in campo bisogna divertirsi
Sembra trascorso un secolo. Bucchi torna al Del Duca da allenatore della capolista e da quel 2023 tutto è cambiato, sia per lui che per la sua ex squadra. Il tecnico guida un Arezzo bello e concreto, primo della classe, che viaggia al ritmo di due gol a partita (miglior attacco del campionato) e ha collezionato 11 vittorie, due pareggi ed una sola sconfitta. Le ambizioni del club e della sua squadra sono chiare: l'obiettivo si chiama serie B. Dall'altra parte c'è un Ascoli lontano parente di quello in cui aveva lavorato Bucchi: la società è nuova di zecca e in pochi mesi è stata capace di riportare grande entusiasmo tra i tifosi che hanno risposto con una massiccia presenza allo stadio. I programmi sportivi erano quelli di una crescita costante, ma la squadra ha risposto molto meglio del previsto. E' terza, a quattro punti dall'Arezzo, anche in questo una sola sconfitta, ma due pareggi in più degli amaranto. Attacco da 25 reti, ma super difesa, battuta soltanto 4 volte in queste prime 14 giornate di campionato. Inutile sottolineare che i bianconeri sognano di sgambettare la capolista. Così come è ovvio che Cristian Bucchi sarà super motivato, non solo per continuare a galoppare in vetta, ma anche per dimostrare che è un allenatore ben diverso da quello dell'esperienza marchigiana. Non è la prima volta che Bucchi affronta la sua ex squadra da allenatore avversario: è accaduto già sei volte e mai è uscito dal terreno di gioco con i tre punti in tasca (4 pareggi e 2 sconfitte). Una motivazione in più.
Bucchi affronta la sua ex squadra per la settima volta
Al Del Duca l'Arezzo cercherà di continuare a rendere concreta la filosofia di Bucchi, svelata nei giorni scorsi con una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport: giocare per divertirsi, essere felici in campo, lavorare con la giusta attitudine, proporre un calcio dinamico, trovare soluzioni. L'allenatore non si è tirato indietro quando gli è stato chiesto della sua esperienza all'Ascoli, spiegando che l'esonero innescò "un momento di grande riflessione. Mi sono preso del tempo. Ho cambiato parte dello staff e rifiutato alcune proposte (...) Avevo bisogno di ritrovare la voglia di divertirmi. E' successo ad Arezzo". Si è raccontato, svelando il tentativo di diventare giornalista al termine della carriera da calciatore, ricordando il grande rapporto con Boskov, l'amicizia con Nakata, la squalifica per doping e il suo gol più amato: il rigore decisivo segnato contro il Verona al San Paolo. Ricordi di un uomo di calcio, che ha collezionato oltre 400 presenze da calciatore, segnando 162 reti. E che da allenatore sta vivendo la sua dodicesima esperienza in panchina. Sicuramente la più bella. Torna ad Ascoli, dove ha regalato gioie e delusioni. Che sia una domenica di divertimento, mister.
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