Il caso
Helenia Rapini
Ragazza morta a 29 anni nell'incidente stradale e automobilista che le piombò addosso assolto in primo grado: si riapre il caso giudiziario sulla tragica fine di Helenia Rapini. La corte d'appello di Firenze ha deciso di rinnovare l'istruttoria dibattimentale con una nuova perizia sul cinquantenne che alla guida dell'auto si addormentò e nel processo di Arezzo è stato assolto perché il colpo di sonno che lo sorprese, definito improvviso e imprevedibile, fu la manifestazione di una malattia, chiamata Osas, di cui non sapeva di soffrire ma che lo rese incapace di intendere e di volere.
Contro la tesi della sindrome ostruttiva delle vie respiratorie si è battuta la famiglia (non parte civile in quanto risarcita dall'assicurazione) ma che ha sollecitato in tutti i modi un nuovo giudizio. Tra i vari argomenti anche quello dell'utilizzo di un farmaco, da parte dell'automobilista, con effetti di sonnifero. La procura di Arezzo aveva impugnato la sentenza di assoluzione che riconosceva l'imputato totalmente incapace di intendere e volere al momento del fatto, e oggi, 11 ottobre, i giudici fiorentini hanno optato per la riapertura del caso. Il 6 dicembre conferimento dell'incarico ad uno specialista che dovrà accertare sotto il profilo medico il controverso caso.
L'incidente avvenne nel novembre di 5 anni fa a Ristradelle nel comune di Arezzo. La giovane volontaria dell'Enpa era sulla sua macchina e morì sul colpo insieme ad un cucciolo di cane che aveva con sé. L'altro veicolo invase la sua corsia di marcia e ci fu la collisione. Dagli accertamenti successivi, la diagnosi dell'Osas. All'udienza a Firenze, l'imputato era difeso dagli avvocati David Scarabicchi e Giulia Brogi. Presenti fuori dall'aula il padre e il fratello della vittima, che è dj e promuove iniziative in favore degli animali nel nome di Helenia. Li assiste l'avvocato Francesco Valli.
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