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La partita

Le ragazze terribili della Nazionale sfidano l'Inghilterra. Ecco chi sono le stelline a caccia degli Europei di calcio donne. Partita in diretta tv

Julie Mary Marini

22 Luglio 2025, 19:37

Italia calcio donne

L'esultanza delle azzurre dopo la vittoria con la Norvegia

Ci sono sogni che si coltivano in silenzio, nei campi secondari, negli allenamenti sotto la pioggia, negli stadi semi vuoti, con addosso il peso del non ancora. E poi ci sono momenti in cui quei sogni diventano verità. La Nazionale italiana femminile è arrivata alle semifinali degli Europei 2025 con il cuore in mano, le idee chiare e una grinta che ha ribaltato pronostici e consuetudini. Una cavalcata emozionante che riaccende la passione di un intero Paese e scrive una nuova, brillante pagina del calcio italiano.


La formazione azzurra scesa in campo contro la Norvegia ai quarti

La squadra, guidata con intelligenza e serenità da Andrea Soncin, ha costruito passo dopo passo un percorso fatto di solidità, talento e coesione. Dopo una fase a gironi intensa ma ben gestita — con una vittoria sul Belgio e un pareggio col Portogallo — le Azzurre si sono prese di forza le semifinalifinali battendo ai quarti la Norvegia, una delle formazioni più titolate del panorama europeo. Il 2-1 finale, firmato da una maestosa doppietta di Cristiana Girelli, è stato un capolavoro di personalità e determinazione. Girelli, 35 anni, ha confermato ancora una volta il suo status di icona del calcio femminile, trascinando le compagne con la naturalezza dei grandi capitani. Il gol al novantesimo, su perfetto assist di Sofia Cantore, ha infiammato gli animi e portato le Azzurre là dove non arrivavano da ben 28 anni.

Eppure, questo non è solo il torneo di Girelli. È anche l'Europeo della nuova generazione azzurra, affamata e matura, cresciuta tra le fila delle grandi squadre della Serie A e sbocciata sul palcoscenico europeo. Giada Greggi ha saputo aiutare il centrocampo con la freschezza di chi ha il fuoco dentro: corre, lotta, imposta, unisce. Accanto a lei, Manuela Giugliano, cervello fine, ha cucito geometrie raffinate tra le linee avversarie. In difesa, Elena Linari ha dimostrato leadership e intelligenza tattica, interpretando il ruolo con la sicurezza di chi sa guidare. A impreziosire il mosaico, c'è stata la crescita esponenziale di giocatrici come Arianna Caruso, ormai una presenza fissa nel cuore del centrocampo, e di Sofia Cantore, talento purissimo e imprevedibile, capace di cambiare volto a ogni partita con le sue accelerazioni brucianti.


Cristiana Girelli ed Emma Severini impegnate in un colpo di testa

Il gruppo, come ripete Soncin in ogni intervista, è il vero segreto. Una miscela rara di esperienza e gioventù, professionalità e passione, dove anche chi parte dalla panchina sa di poter essere decisivo. In questa Italia non ci sono prime donne, ma donne prime: prime a credere, a sacrificarsi, a lottare per un obiettivo comune. Dietro questa impresa c’è anche una storia di rivoluzione silenziosa. Solo tre anni fa, nel 2022, le calciatrici italiane sono diventate ufficialmente professioniste. Un cambio epocale che ha consentito finalmente alle atlete di vivere il calcio come una vera carriera, con diritti, tutele, strutture e prospettive. È stato un salto in avanti che oggi porta i suoi frutti. Le principali squadre italiane, da Juventus a Roma, da Inter a Milan e Lazio, hanno investito nel femminile, costruendo progetti seri e competitivi. E la nazionale ne beneficia: tutte le convocate arrivano da club di alto livello, in ambienti dove si respira ambizione e organizzazione.


Andrea Soncin, commissario tecnico della Nazionale di calcio femminile

La semifinale di Ginevra, dove l’Italia affronterà la temibile Inghilterra campione in carica, sarà uno spartiacque. L’avversaria è tosta, strutturata, esperta. Ma le Azzurre non arrivano con l’aria di chi deve difendersi: arrivano con la leggerezza di chi ha già dimostrato di valere e la fame di chi vuole continuare a stupire. Lo ha detto chiaramente Soncin: “Abbiamo le armi per batterle”. Non è arroganza, è consapevolezza. Perché quando il gruppo è saldo e la maglia pesa il giusto, ogni partita può essere scritta da zero. C’è qualcosa di più, in questa corsa azzurra. C’è il riscatto di un movimento che per anni ha vissuto all’ombra, ignorato, sottovalutato. C’è la gioia di un calcio che sa essere elegante, combattivo e creativo, tutto insieme. E soprattutto, c’è la forza luminosa di un gruppo di donne che sta dimostrando, con i fatti, che non si tratta di pari opportunità, ma di pari meriti. L’Italia femminile oggi non è solo una squadra: è un po' anche un simbolo. È l’Italia che cambia passo, che punta in alto, che osa. Ed è bello, bellissimo, sentirsi rappresentati da loro. Le ragazze con la maglia azzurra e lo sguardo fiero. Le ragazze che ci stanno portando, con leggerezza e determinazione, verso il futuro del calcio. La partita sarà trasmessa in diretta su Rai 1.

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