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L'intervista

Mario Agnelli una settimana dopo l'incidente: "Vivo e vegeto anche grazie allo sport. Andrò in due santuari"

Luca Serafini

09 Settembre 2024, 23:57

Mario Agnelli una settimana dopo l'incidente: "Vivo e vegeto anche grazie allo sport. Andrò in due santuari"

“Sono vivo e vegeto, mi sento fortunato, credo che fare sport mi abbia aiutato a limitare le conseguenze dell’incidente. Ora sono curioso di guardare il video dello scontro ripreso dalla telecamera lì a Camucia. I carabinieri mi hanno detto: altro che Supermario, voli come Superman”. Mario Agnelli a una settimana dal sinistro stradale con la moto, è alle prese con dolori fastidiosi per le sei costole rotte che gli limitano i movimenti, gli ematomi. Anche la voce non è squillante. Ma la grinta c’è e lavora dal computer. Il calore e il supporto della famiglia, l’affetto di una moltitudine di persone sono medicine preziose.

- Il ricordo dell’incidente?

Andavo dritto per la mia strada, mi hanno detto che ho urtato la fiancata anteriore dell’auto che effettuava la svolta e ha occupato la corsia. Ma ho un black out che dura fino alle prime ore della mattina di lunedì. Dopo l’urto mi hanno detto che mi sono rialzato da solo e mi sono seduto su una panchina. Dall'urto in poi tanto buio.

- Un bel volo.

Mi riferiscono che sono finito contro il parabrezza, una torsione sul lato destro, una piroetta, e sono caduto all’indietro. Il casco mi ha protetto: ha rotto il vetro e piegato il tetto dell’auto. Davvero, credo che anche la buona condizione fisica mi abbia giovato nella dinamica della collisione..

- La percezione di averla scampata quando c’è stata?

Il martedì mattina. La domenica, trasportato a Siena, non connettevo proprio. L’esito negativo della Tac, l’assenza di fratture, mi ha dato forza. Poi ho provato a tirarmi su dal letto, ho infilato le ciabatte e quando ho visto che camminavo è stata una bellissima sensazione. Non appena ho avuto modo, un passo alla volta sono andato fino all’esterno delle Scotte. Se oltre a essere vivo vado così, mi sono detto, è andata proprio bene.

- La convalescenza a che punto è?

Con calma. In settimana dovrò sottopormi a tutta una serie di accertamenti, dalla testa al torace, e i risultati saranno importanti.

- Costretto a fermarsi dopo una vorticosa attività, cosa ha pensato?

Ho pensato a quanto è bella la vita e che sono un uomo fortunato. Che bisogna dare importanza alle cose che veramente valgono. Poi, per come sono fatto guardo già avanti. Ho idee, progetti per il mio Comune, ho voglia di tornare al cento per cento. E non vedo l’ora di fare di nuovo sport. Posso rinunciare alla moto, ma alla bicicletta no.

- Fine settimana senza bici e senza attività per la Lega B sui campi della serie cadetta.

Tanto c’era la sosta per la Nazionale. Già, sabato prima dell’incidente ero a Marassi...

- Risposto a tutti i messaggi?

Il telefonino si è rotto nell’incidente e qualcosa ho perso. Non sono in pari con i messaggi. Davvero tantissimi, alcuni anche commoventi. Ho voluto comunicare con tutti attraverso il post sui social.

Le ha scritto il turista americano che guidava l’auto?

Ancora no. Pronto anche anche a incontrarlo, gli incidenti possono capitare.

- La giunta comunale senza di lei lavora bene lo stesso?

Siamo in contatto stretto. A settembre poi, come tradizione, avevo in programma un breve periodo di assenza quindi i miei collaboratori sono abituati E al pezzo.

- Ringraziamenti in... Alto?

In agosto come tradizione sono stato a rendere omaggio ai nostri Santuari Mariani di Canoscio e del Bagno. Ci tornerò appena possibile.

- Politicamente si perde la fase delle elezioni per il consiglio provinciale.

E’ l’aspetto più positivo di questa convalescenza. Nessuno vincerà queste elezioni. Le Province così come sono non hanno senso, senza deleghe e risorse appropriate, anche le modalità di voto sono ingiuste: perché il voto di un consigliere di Arezzo che ha preso 100 preferenze vale più di uno castiglionese che ne ha prese 700? Ma nessuno lo dice.

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