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Lutto

Morto Paolo Piovaticci, aveva 90 anni. Addio allo storico presidente del Centro Culturale Sansepolcro e della Biennale del merletto. Fu anche pittore, scrittore e poeta

Artista a tutto tondo. Le parole di Michele Foni, responsabile della Compagnia Artisti di Sansepolcro. Sepolto al Verano di Roma

Redazione Web

06 Novembre 2024, 08:29

Paolo Piovaticci con Michele Foni

Paolo Piovaticci con Michele Foni

E' morto il cavaliere Paolo Piovaticci. La città, ma non solo, piange lo storico presidente del Centro Culturale Sansepolcro e della Biennale Internazionale del merletto di Sansepolcro e, più recentemente, componente della Giuria del Concorso di merletto a tombolo di Anghiari. Piovaticci, però, era anche un pittore, scrittore, storico, poeta, curatore di eventi culturali in Italia e all’estero.

Classe 1934, di origini romane, ieri mattina nella Cattedrale di Sansepolcro l’ultimo saluto prima di partire per il cimitero del Verano a Roma dove riposerà. Piovaticci ha tenuto conferenze di caratura internazionale in varie città su invito di Regioni, Comuni e scuole su temi artistici, culturali e dell’artigianato artistico; mezzi di comunicazione nazionali si sono occupati dei suoi lavori pittorici e letterari.

Nebulose cosmiche, figure femminili fiabesche che sembrano appartenere a mondi sconosciuti, barche che solcano immaginari oceani, teschi atterrati su sentieri o traghettati da grandi barche, fiori, maschere enigmatiche ed anche cavalli stilizzati che percorrono spazi eterei sono alcuni dei soggetti che appaiono sui suoi quadri, generalmente di grandi dimensioni, realizzati con una tavolozza cromatica raffinata e tenue. Importanza particolare hanno i suoi Cavalli di Reso, ovvero dell’antico re della Tracia, che si ispirano agli esemplari punta di diamante della Guerra di Troia.

“La vita ritirata degli ultimi anni non aveva fermato le sue attività creative – ha commentato Michele Foni responsabile della Compagnia Artisti di Sansepolcro - dal buon ritiro casalingo aveva continuato il lavorio del suo pensiero, l'elaborazione, la produzione di preziose deduzioni. Sono certo che il suo grande potere intellettuale di trattare i temi esistenziali e l'empatia con cui dialogava con la morte e con tutte le inevitabili conseguenze della vita gli possano aver reso più lieve l'andare incontro all'ignoto”.

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