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L'analisi

Sanità e lavoro, assunzioni, licenziamenti e pensioni alla Asl Toscana sud est. In un anno oltre 500 nuovi contratti. Il punto ad Arezzo, Siena e Grosseto

Il Servizio sanitario nazionale malato dalla fuga dei medici e di altri operatori: quale è la situazione nell'azienda? Tutti i dati: quanti operatori arrivati e quanti se ne sono andati

Giuseppe Silvestri

22 Novembre 2024, 01:32

medici

I dati Asl sul personale (foto di archivio)

C’è una malattia cronica che da diversi anni aggredisce il Servizio sanitario nazionale: la fuga dal posto di lavoro. In particolare dei medici. Un dato su tutti: nel 2021 gli ospedali italiani hanno perso per dimissioni volontarie 3 mila dottori a cui si sono aggiunti 2 mila tra infermieri e operatori sanitari. L’Osservatorio Uil ha rilevato che le cessazioni nel settore sono aumentate del 140% nel periodo 2011-2021 e del 272% se si conteggia anche il 2022.

Non solo Covid
La pandemia, che ha generato un’ondata di addii, è stata soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Retribuzioni più basse rispetto agli altri Paesi, condizioni di lavoro complesse a causa di turni e ritmi massacranti, eccessivo ricorso ai contratti a tempo determinato da parte delle Aziende, giovani che sono costretti a tempi lunghissimi prima di un inserimento definitivo. Sono alcune cause della "malattia". Osservando con maggiore attenzione e chiedendo il “perché dell’addio” a chi se ne va, spuntano anche l’inossidabile baronato, la mancata valutazione del merito, le difficoltà nel poter garantire i giusti percorsi di cura ai pazienti. Per i migliori a volte c’è anche il problema di non poter contare su mezzi tecnici all’avanguardia. Per non parlare della stomachevole presenza della politica. Ingerenze, spesso senza adeguate competenze, che caratterizzano vita, sviluppo e progetti di un settore, di un comparto, di un ospedale, di una Asl o addirittura di un’intera regione. Il tema è nazionale, gli studi e le analisi fioccano, i rischi che il fenomeno sia sempre più diffuso aumentano e chi dovrebbe trovare le soluzioni, i politici di cui sopra, si accapiglia nella lotta all’ultimo voto in quelle elezioni che ormai la maggioranza degli italiani diserta disgustata.

La Toscana del sud
Nelle ultime settimane il policlinico senese Santa Maria delle Scotte è stato al centro di un vivace dibattito sul comparto infermieristico. Una parte dei sindacati ha puntato il dito su quello che a suo dire è l’alto numero di operatori che vorrebbero uscire dall’Aous, l’Azienda ha replicato con dati e numeri, sostenendo il contrario. Detto e ribadito che il fenomeno riguarda soprattutto i medici, siamo andati guardare i numeri della Asl Toscana sud est che si occupa di un territorio vastissimo, formato dalle province di Arezzo, Siena e Grosseto.

Le uscite
Nel 2023 le cessazioni del rapporto di lavoro sono state nel complesso 555, analizzando solo i contratti a tempo indeterminato. In 324 hanno raggiunto il sognato traguardo della pensione e quindi hanno lasciato l’impiego per il meritato riposo. In 101 se ne sono andati per via della mobilità. In 85, invece, hanno salutato la Asl Toscana sud est perché vincitori di concorso di un altro profilo professionale. Sono 16 i casi di decesso. Ed eccoci al capitolo medici. In 29 hanno presentato le dimissioni per assumere incarichi di altro tipo (ad esempio medici di famiglia, pediatri di libera scelta, medicina convenzionata) oppure per passare direttamente all’attività di libera professione. Di questi, comunque, 20 sono rimasti nelle file della Asl con un altro ruolo.

Le assunzioni
Se in 555 sono usciti, in 506 sono entrati. Tante sono state le contrattualizzazioni a tempo indeterminato. In 416 sono stati assunti grazie alle graduatorie dei concorsi per diversi profili e da quelle dei centri per l'impiego. In 90, invece, sono arrivati per via della mobilità. Un deficit, dunque, di una cinquantina di dipendenti, considerando però che durante il periodo Covid i rinforzi indispensabili erano entrati con contratto a tempo indeterminato (a differenza di altre Asl) e che quindi un lieve “dimagrimento” è necessario. Non a caso dalla Asl fanno notare che “… a fronte di un capitale umano di quasi 10mila dipendenti, sono davvero pochi i medici che decidono di licenziarsi per assumere incarichi fuori dell'Azienda. Sono, inoltre, previste assunzioni in particolare nell'area tecnico sanitaria. Di recente abbiamo inserito in organico 95 infermieri per l'emergenza urgenza e lanciato i concorsi start smart per l'assunzione di giovani medici nelle aree interne per varie specialità mediche”. La Asl Tse per il momento non sembra essere aggredita dal morbo della fuga dal posto di lavoro. Una partita che evidentemente durante l’era D’Urso è stata giocata bene. Ora le carte passeranno sulle mani della nuova struttura dirigenziale. E’ questione di giorni. Al massimo di settimane.

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