Sanità
La dottoressa Saba Khorrami coordina il Gom Urologico
La Giornata mondiale contro il cancro 2025 ha offerto l'opportunità di riflettere sui progressi e le sfide nella lotta contro il tumore alla prostata, con un focus all’ospedale San Donato di Arezzo. La giornata di ieri è stata dedicata alla complessità del percorso multidisciplinare del Gruppo oncologico multidisciplinare (Gom) urologico, evidenziando l'importanza della rete di supporto. Il tumore della prostata rappresenta una delle neoplasie più diffuse tra gli uomini, e i dati recenti indicano che circa il 50% dei 390.000 nuovi casi di tumore stimati in Italia nel 2024 sarà guarito. La sopravvivenza a 5 anni per il tumore della prostata è simile a quella del carcinoma mammario, attestandosi intorno al 95%. In Toscana, la sopravvivenza complessiva per tutte le diagnosi di tumore supera il 60%, posizionando la regione tra le prime in Italia.
Il dottor Carlo Milandri, direttore dell'oncologia medica del San Donato, ha sottolineato come i progressi siano stati resi possibili grazie a campagne di screening, vaccinali e innovazioni tecnologiche. Le terapie intelligenti, che mirano a bersagli tumorali specifici, hanno rivoluzionato le aspettative di vita per diverse forme di cancro.
Il Gom Urologico, coordinato dalla dottoressa Saba Khorrami e supportato dalla Prostate Unit del dottor Michele Sisani, discute circa 800 casi all'anno. Questa rete multidisciplinare comprende specialisti in chirurgia, radioterapia e oncologia medica, nonché professionisti dedicati alla psiconcologia e alle cure palliative. La sinergia tra questi esperti è fondamentale per garantire un approccio integrato e personalizzato per ogni paziente.
Il dottor Filippo Annino, direttore facente funzione di Urologia, ha evidenziato l'importanza del Gom come strumento cruciale per la presa in carico dei pazienti oncologici. Grazie alla collaborazione tra radiologi, anatomopatologi e oncologi, è possibile fornire indicazioni diagnostiche e terapeutiche sempre più precise. Questo approccio multidisciplinare supera la visione tradizionale basata sul parere di un singolo professionista, offrendo una valutazione clinico-scientifica più completa.
La continuità assistenziale è garantita anche dal supporto dei medici di medicina generale, infermieri e caregiver, insieme all'importante ruolo delle associazioni di volontariato. Questo sistema integrato non solo migliora la qualità delle cure ma offre anche un sostegno emotivo ai pazienti e alle loro famiglie.
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