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Economia sommersa

Lavoro nero, operai nascosti in bagno: è solo l'ultimo caso. In Italia piaga senza fine, stipendi da fame e condizioni vergognose. Fenomeno da miliardi di euro

Giuseppe Silvestri

05 Febbraio 2025, 15:33

caporalato, lavoro nero

Il lavoro irregolare coinvolge il 13% degli occupati

L'ultima operazione contro il lavoro nero è stata messa a segno in una azienda del settore alimentare, in provincia di Arezzo. Quando gli ispettori sono entrati per i controlli, gli operai senza contratto si sono nascosti in bagno, sperando di non essere scoperti. Non è stato così. Le verifiche hanno fatto emergere una situazione totalmente illegale. Di circa venti operatori cinque non in regola. L'attività è stata sospesa e all'azienda sono state comminate sanzioni che superano i 15mila euro. 

Il lavoro sommerso, spesso con paghe da fame e condizioni dei lavoratori al limite, è una delle principali piaghe dell'economia italiana. Il fenomeno è significativo e complesso e secondo le stime coinvolge oltre 3 milioni di persone. La percentuale degli operatori non in regola è vicina al 13% (il 12.7% nel 2021). I settori maggiormente "inquinati" sono i servizi alla persona, con una percentuale clamorosa del 42,6%, alzata vertiginosamente dal "caso badanti"; l'agricoltura con il 16,8%; le costruzioni con il 13,3% e infine commercio, trasporti e ristorazione con il 12,7%.

    La regione che presenta il tasso di irregolarità più alto è la Calabria: 19.6%, seguita da Campania (16,5%) e Sicilia (16%). Numeri che fanno del Sud Italia la parte del Paese con i maggiori problemi. Numeri diversi nel Centro Nord, in Lombardia, ad esempio, dove il tasso di irregolarità è al 10%. Il lavoro nero non è un problema soltanto per le persone, ma anche per l'economia. Il valore del sommerso è stimato in circa 160 miliardi di euro, che corrisponde all'8,7% del Pil. Di questi, oltre 68 miliardi sono attribuibili al lavoro irregolare. Il fenomeno non solo sottrae risorse al Paese ma alimenta anche la precarietà e la povertà tra i lavoratori coinvolti, in particolare tra le categorie più vulnerabili come migranti e donne.

    Un lavoratore irregolare in una delle baraccopoli del Sud Italia (Foto Lapresse)
     
    Nel 2023, le verifiche condotte dall'Ispettorato nazionale del lavoro hanno portato alla scoperta di oltre 21.170 lavoratori in nero. La Guardia di Finanza ha riportato che da gennaio a maggio dello stesso anno sono stati identificati quasi 60.000 lavoratori irregolari, evidenziando un aumento del 32% rispetto all'anno precedente. Tuttavia, gli sforzi per combattere il lavoro nero sono senza dubbio insufficienti rispetto all'entità del problema che sembra crescere sempre più, indipendentemente dai colori dei governi che si succedono.
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