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La norma

Fine vita, in Toscana approvata la legge: 47 giorni per il suicidio assistito. E' la prima in Italia. Polemiche tra favorevoli e contrari

L'associazione Coscioni: "Atto di civiltà". I vescovi: "Sconfitta per tutti"

Julie Mary Marini

12 Febbraio 2025, 14:05

Suicidio assistito

Approvata la legge regionale sul fine vita (foto di archivio)

Il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato la legge di iniziativa popolare sul fine vita, intitolata Liberi Subito, promossa dall'associazione Luca Coscioni e supportata da oltre 10.000 firme. La Toscana diventa così la prima regione italiana a regolamentare l'accesso al suicidio assistito, definendo procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale in questi casi, in accordo con la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale.

  • La legge stabilisce un iter procedurale con tempi precisi: una commissione multidisciplinare dovrà valutare i requisiti entro 20 giorni, seguiti da 10 giorni per definire le modalità del suicidio e 7 giorni per l'azienda sanitaria per fornire supporto tecnico e farmacologico. In totale, il processo dalla richiesta alla morte assistita non dovrà superare i 47 giorni.
  • È prevista l'istituzione di una commissione medica multidisciplinare, composta da un medico palliativista, un neurologo, uno psichiatra, un anestesista, un infermiere e uno psicologo, per valutare le condizioni del paziente.
  • La legge considera il suicidio assistito come una prestazione sanitaria gratuita, finanziata con fondi regionali, stanziando 10.000 euro all'anno per il 2025, 2026 e 2027.


L'associazione Luca Coscioni ha espresso gratitudine per l'approvazione della legge, definendola "di civiltà" perché garantisce tempi certi e procedure definite per chi desidera accedere al suicidio assistito. Filomena Gallo, segretaria dell'associazione, sottolinea che la legge mira a evitare lunghe attese e sofferenze per i pazienti.

La legge ha suscitato forti critiche da parte di esponenti religiosi e associazioni pro-vita e politici di centrodestra. Il Vescovo di Arezzo, Andrea Migliavacca, insieme ad altri rappresentanti della diocesi, ha espresso sgomento e dolore, ribadendo che la vita è un dono da tutelare sempre e che la risposta al dolore non può essere "la solitudine del suicidio", ma l'accoglienza e la terapia palliativa. Il cardinale Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana e vescovo di Siena, ha dichiarato che "sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti".

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