Arezzo
Lorenzo Petrelli e i soccorsi dopo l'aggressione
In casa del genitore violento che ha picchiato l’arbitro dopo la partita dei ragazzini una settimana fa, i carabinieri hanno trovato due orologi da polso sportivi e delle chiavi: i primi apparterrebbero al 18enne Lorenzo Petrelli, aggredito a mani nude, con una sedia e a morsi, ed il mazzo sarebbe proprio quello della serratura dello spogliatoio dello stadio di Arezzo teatro del pestaggio di cui ha parlato tutta Italia.
Perquisizione con esito positivo nelle Marche a carico dell’operaio 45enne ritenuto autore dell’inqualificabile episodio avvenuto domenica 8 giugno al termine della finale del torneo Under 13. E’ il padre di uno dei baby giocatori della Vis Pesaro e ora rischia di pagare caro l’iniziativa. La sua posizione si complica.
Già si procedeva per i reati di lesioni aggravate e sequestro di persona, ma adesso dopo il ritrovamento degli oggetti asportati dallo stadio ad opera dei carabinieri di Arezzo in trasferta a Pesaro, si può ipotizzare anche il furto. Anzi, la procura della repubblica di Arezzo potrebbe pure contestare la rapina. La fase preliminare delle indagini è comunque ancora in corso e a svolgerla sono appunto i militari della compagnia dei carabinieri di Arezzo.
Stando alla ricostruzione fin qui emersa, sulla base di testimonianze e video, al termine della gara conclusa con la vittoria dei ragazzi dell’Arezzo, il genitore di uno dei giocatori pesaresi sarebbe riuscito a raggiungere lo spogliatoio del giovane arbitro, promettente fischietto della sezione Aia di Arezzo. Contrariato per la concessione di un calcio di rigore, il 45enne sarebbe entrato nel locale e avrebbe affrontato Petrelli in modo violento, assicurandosi pure che la porta fosse chiusa. La sequenza esatta dei fatti è al vaglio. In quei frangenti potrebbe aver asportato orologi e chiavi.
Di certo si sa che l’arbitro è uscito dolorante, si è disteso a terra chiedendo aiuto, quindi è stato trasportato al pronto soccorso. La prognosi è di 40 giorni di guarigione per costole fratturate, contusioni, ecchimosi. Dimesso nella notte stessa di domenica, in settimana è dovuto tornare al San Donato.
Un trauma pesante, proprio alla vigilia degli esami di Stato che lo attendono a giorni. E tuttavia la determinazione di andare avanti nell’attività di arbitro. Dopo aver diretto incontri di calcio dilettanti la scorsa stagione è pronto per un passo avanti, in virtù delle indubbie capacità. In questi giorni ha ricevuto molti attestati di vicinanza dal mondo del calcio e dai vertici Aia di Arezzo e nazionale con i presidenti Sandro Sarri e Antonio Zappi.
Quanto al 45enne, originario della Campania e residente a Pesaro, con il suo gesto ha rovinato un pomeriggio di sport. Rapidamente individuato, va incontro a provvedimenti amministrativi come divieti di accesso ad eventi sportivi (Daspo) e dovrà sostenere un procedimento penale.
Da più parti è giunta la ferma condanna di quanto avvenuto, la famiglia Petrelli ha chiesto che la giustizia dia un segnale esemplare nel punire questa condotta grave. Mentre a livello legislativo, prima o poi si dovrebbe arrivare a parificare gli arbitri di calcio a incaricati di pubblico servizio e a quel punto scatterebbe anche l’arresto per chi si macchia di aggressioni nei loro confronti.
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