Arezzo
Il gioiello realizzato nel 1992 da Arnaldo Pomodoro
Era il 1992 quando Arnaldo Pomodoro misurò la sua grande creatività con il tema proposto da Arezzo ad una schiera di qualificatissimi autori: il tema era Piero della Francesca. Sia Arnaldo, scomparso alla vigilia dei 99 anni, che il fratello Gio, morto nel 2002, parteciparono. “Il gioiello realizzato in quella occasione da Arnaldo Pomodoro fu tra i più belli e fa parte del museo Oro d’autore in palazzo di Fraternita” dice Giuliano Centrodi, responsabile e curatore della mostra.
“La città di Arezzo con il Centro Affari, la banca e tutti gli enti, organizzò l’iniziativa per il 500° della morte di Piero, vi parteciparono oltre ai fratelli Pomodoro, Dorazio, Ceroli, Munari, Sottsass che progettarono gioielli realizzati in collaborazione con ditte del territorio. La creazione di Arnaldo Pomodoro prese forma insieme a Unoaerre che ci mise materiale e manodopera. Pomodoro, scultore proveniente dall’oreficeria, volle seguire da vicino il lavoro e ritoccarlo. Mi recai personale a Macerata Feltria a portagli il gioiello e dette le indicazioni. Aveva là una scuola, la Tam ovvero Trattamento artistico metalli.
Ma cosa rappresenta quel gioiello esposto anche in Giappone e in altre parti del mondo? Ce lo spiega Centrodi: “Si ispira alla Pala dei Montefeltro oggi conosciuta come Pala di Brera, realizzata da Piero della Francesca nel 1472 per Federico da Montefeltro nella chiesa di San Bernardino a Urbino, mausoleo dei duchi. Nel 1811 fu trasferita sotto Napoleone a Milano, dove si trova all’Accademia di Brera.
E’ l’opera famosa per l’uovo di struzzo che pende, l’architettura albertiana e Gesù bambino che ha il rametto di corallo al collo, simbolo della Vergine e del Sangue di Cristo.” Il gioiello di Pomodoro misura 66,50 millimetri per 16, pesa 124 grammi ed è fatto con oro bianco e giallo. “E’ un pendente e presenta le caratteristiche sfere di Pomodoro, una dentro l’altra. Realizzato con la fusione con osso di seppia.” Ad Arezzo fu esposto nella mostra evento che si tenne al Museo di arte medievale e moderna.
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