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Arezzo

Stalking con i carri funebri inviati a casa: la donna dichiarata incapace di intendere e volere

Alessandro Cherubini

16 Luglio 2025, 07:55

Stalking con carri funebri

Stalking con carri funebri inviati a domicilio

E’ incapace di intendere e di volere quindi non può essere processata. Ed è una persona socialmente pericolosa, quindi la donna, aretina, deve stare rinchiusa in una struttura psichiatrica, come lo è da mesi, insieme alla madre.
E’ approdato davanti al gip di Cesena, ieri, il caso dello “stalking dei carri funebri”, che ha visto per mesi l’autotrasportatore romagnolo Paolo Zignani bersagliato di consegne di ogni tipo da due donne della provincia di Arezzo, madre e figlia, tra cui rose, servizi di onoranze funebri, ma anche molto altro.


Il giudice Elisabetta Giorgi ha preso atto della relazione finale dell’incidente probatorio disposto sull’indagata, la figlia, che si è assunta ogni responsabilità sulle chiamate effettuate per mesi per mandare in direzione Borello consegne e servizi di ogni specie, compresi appunto una quarantina di carri funebri a recuperare la salma dell’autista cesenate preso di mira, in realtà vivo e vegeto. Un uomo che in passato aveva frequentato il paese di residenza delle due donne ora ricoverate in Psichiatria senza che ci fosse stato motivo di contrasto o rientimento.


Lei non c’entra, è opera mia” aveva spiegato agli investigatori la figlia, a scagionare la mamma. Così ieri, davanti al pm Susanna Leonarduzzi, al difensore della pare lesa Raffaele Pacifico ed al difensore dell’indagata Francesca Malengo, il giudice ha recepito l’esito della perizia dell’esperto Michele Sanza.
Oltre a non poter essere processata la donna non è in grado di intendere ed è socialmente pericolosa. Quando “prende di mira” qualcuno, come avvenuto nel caso del cesenate, la sua pericolosità è evidente.


Non si apriranno procedimenti penali nei suo confronti, dunque. Ma dovrà restare richiusa per cura nella struttura psichiatrica dove è ora. Lo resterà assieme alla madre. Anche se la donna più anziana non è coinvolta direttamente nel fascicolo chiuso ieri dal gip di Forlì. È indagata infatti in un procedimento parallelo apertosi (per altre accuse) in Tribunale ad Arezzo.
Il fascicolo torna sul tavolo della procura. Potrebbero esserci in futuro miglioramenti nello stato di salute. Sarà il pm a decidere se un domani, a cure eseguite e capacità di stare a giudizio reintegrata, a quel punto la donna potrà o meno essere di nuovo attinta da una richiesta di rinvio a giudizio. Per ora il procedimento, con l’udienza di ieri, è sospeso.

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