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Scuola

Voto in condotta e telefonino in classe, ecco cosa ne pensa il presidente regionale dei presidi della Toscana

L'aretino Alessandro Artini in vista dell'inizio del nuovo anno didattico

Sara Polvani

01 Settembre 2025, 07:30

Telefonino a scuola

Telefonino a scuola, divieti o tolleranza

Conto alla rovescia per il ritorno sui banchi di scuola dal 15 settembre. Il presidente regionale dell’Associazione Nazionale Presidi, Alessandro Artini, fa il punto in vista dell’apertura del nuovo anno scolastico e guarda alla novità del 6 in condotta. “Praticamente equivale a un’insufficienza, nel senso che chi ha la sufficienza in tutte le altre materie ma ha il 6 in condotta deve presentare un compito per il recupero. È un voto minimale che comporta la presentazione di un elaborato a settembre, in realtà anche prima perché gli esami della sospensione del debito si realizzano generalmente nell’ultima settimana di agosto.

È un elemento importante che cerca di introdurre una nuova forma di rigore all’interno della scuola perché i ragazzi devono stare attenti al loro comportamento, anche se tutte le altre materie sono sufficienti. Altre autentiche novità non ci sono. Il fatto che chi si comporta male debba svolgere attività di recupero di valore sociale in qualche misura era già presente nella normativa precedente. Soprattutto l’ottica del Ministro, condivisibile, è di restituire rispetto ai docenti che lo meritano in quanto tali. Perché sono adulti in un mondo di bambini e adolescenti e perché hanno i titoli per lo svolgimento della loro professione. Inoltre se sanno svolgere la loro professione in maniera competente acquistano anche autorevolezza. I fatti di cronaca mettono in dubbio il rispetto dei docenti negli ultimi anni da parte degli adulti e delle famiglie. Il ministro Valditara sembra evocare un atteggiamento corretto”.

E lo stop ai telefonini in classe? “Mentre fino alla terza media sono assolutamente d’accordo sull’obbligo di non usare il telefonino in classe, di consegnarlo cioè prima dell’inizio delle lezioni ai docenti, per le superiori è molto più difficile controllare i ragazzi perché possono disporre di più cellulari, avendone consegnato uno ne usano un altro. In sostanza è molto difficile il controllo. Poi c’è un aspetto poco convincente, nel fatto che i cellulari sono i principali device dell’uso di intelligenza artificiale e all’interno delle scuole può ispirare la copiatura. Questo è su molti aspetti inevitabile, sta ai professori insegnare agli adolescenti un uso educativo del cellulare. Soprattutto non si deve avere paura dell’intelligenza artificiale e anzi si dovrebbero avere docenti sufficientemente preparati per far sì che l’intelligenza artificiale non diventi solo uno strumento per superare le prove ma uno strumento di sviluppo delle capacità critiche. In sostanza si dovrebbe insegnare ai ragazzi di fare una riflessione sopra l’intelligenza artificiale stessa. Quindi se il divieto di uso del cellulare comportasse una diffidenza verso l’intelligenza artificiale sarebbe sbagliato”.

Quali sono le criticità in vista del rientro a scuola? “Sulla nomina tardiva dei supplenti e la difficoltà di reperirli, esse sono dovute alla logica delle graduatorie che fa acqua, ma che non viene cambiata perché non si ha il coraggio di affidare alle singole scuole la scelta dei docenti”.

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