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L'addio al giornalista

La nipote di Emilio Fede: "Mio nonno, una vita a 100 all'ora. E' entrato nelle case di tutti. Vorrei raccontare la sua storia"

Tra il direttore e Arezzo un legame profondo seguendo la figlia Sveva. L'ultima visita lo scorso anno

Luca Serafini

02 Settembre 2025, 23:40

Ottavia con Fede e De Feo

Ottavia con i nonni Emilio Fede e Diana De Feo

Il sogno della nipote Ottavia è raccontare in un libro la storia lunga, brillante e tumultuosa del nonno Emilio. E un capitolo di sicuro riguarderà Arezzo.

Tra Emilio Fede e Arezzo c’era un legame forte, fortissimo, come può averlo un padre con la terra dove la propria figlia si sposa e dove sceglie di vivere.

Erano gli anni Novanta quando Sveva Fede, figlia del giornalista scomparso a 94 anni, si unì in matrimonio con il conte aretino Gianluigi Borghini Baldovinetti, unione dalla quale sono nati Ottavia e Guelfo. Le nozze furono immortalate dalla cronaca rosa e locale. C’era anche Marta Marzotto.

Poi i casi e gli intrecci della vita hanno disegnato percorsi diversi per gli sposi, ma Arezzo è sempre rimasta il punto di riferimento. Scelta da Sveva per stabilirsi. E fin quando ha potuto, Emilio tornava. Lo scorso anno alla Capannaccia riaperta da Urbano Ottaviani grazie all’assist di Patrizio Bertelli. E l’ultimo Natale è stato ospite proprio dell’ex genero Borghini Baldovinetti.

Ma le incursioni nel territorio sono numerose e spalmate nel tempo, come quella volta a Cortona quando la gente, riconoscendo l’ex direttore di Tg1, Studio Aperto, Tg4, lo circondava per chiedergli gli autografi.

“Un uomo con tanti numeri, un ottimo giornalista, precursore in molte cose nel suo campo” dice il conte Borghini Baldovinetti ricordando con cordoglio l’ex suocero, dalla sua tenuta di San Fabiano, delizioso angolo di Arezzo dove nascono vini speciali creati dal produttore con sangue blu. “Ha avuto una bella vita, è stato molto bravo e anche fortunato, non gli sono stati risparmiati attacchi”, aggiunge il conte.

Dopo la separazione con Sveva, che con Gianluigi ha mantenuto un rapporto di rispetto e stima, la figura di Emilio Fede è rimasta presente, molto importante sia per la figlia che per i nipoti.

Tutti insieme, anni fa, avevano festeggiato il compleanno di Diana De Feo, moglie di Emilio, in un ristorante di Castiglion Fiorentino. C’erano Sveva, il conte, i figli Ottavia e Guelfo. Poi la santa messa in duomo la mattina successiva, la conversazione con don Alvaro. Amava le bellezze di Arezzo e i suoi sapori.

Per Sveva queste sono ore di grande dolore, dopo aver perso nel 2021 la mamma, la senatrice Diana De Feo, c’è ora il distacco con il padre. Prima che la situazione precipitasse, Emilio è stato lucidissimo. “Quando gli facevano delle domande lui rispondeva cinque secondi prima di noi”, dice Ottavia, che è giornalista come il nonno, ha collaborato anche con il Corriere di Arezzo e coltiva il sogno di poter organizzare i ricordi e i documenti della vita di Emilio Fede in un libro, che potrebbe anche diventare film, chissà.

“È stato un nonno indimenticabile” dice Ottavia. “Ha vissuto a cento all’ora, nel bene e nel male. È entrato nelle case di tutti. C’era chi lo amava e chi no. Un grande professionista, uno di quei personaggi che hanno avuto più impatto sul popolo italiano. In queste ore ci arrivano messaggi di gente che scrive dicendo di aver perso un fratello. Perché entrava nelle loro case con la tv”.

Ancora Ottavia, tra commozione orgoglio: “Cosa mi ha insegnato di più. Tantissime cose, ma sicuramente a usare l’intelligenza in modo da farne uno strumento forte, utile, costruttivo. Il coraggio, la determinazione. Ha lottato fino all’ultimo. Ciao nonno”.

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