I politici al Saracino
Politici alla Giostra del Saracino
Gli occhi lucidi di Alessandro Ghinelli dicono più di tante parole. Infatti alla fine in una piazza tutta giallocremisi, ne pronuncia appena quattro davanti al nostro iPhone. “Una Giostra bella, bellissima”, dice prima che l'emozione gli crei un groppo alla gola. L'ultima volta da sindaco al Saracino dà un brivido in più. Rappresentare come istituzione una comunità, Arezzo, la sua essenza, l'identità, anche nel 2015, ha ricordato, gli fece venire la pelle d'oca.
Chiude il mandato con un'edizione splendida, da incorniciare, spettacolare in una città cambiata anche come valore turistico e culturale. E consegna una lancia intagliata splendidamente da Francesco Conti su bozzetto di Francesco Benincasa che riguarda la musica, a lui cara, dedicata a Giovanni Pierluigi da Palestrina. Tanti gli amministratori di maggioranza e opposizione di palazzo Cavallo, che a primavera 2026 vedrà rinnovati i suoi inquilini.
Presenti in piazza Grande anche i due competitor per la sfida più imminente, quella di ottobre per la Regione Toscana: il presidente uscente Eugenio Giani e l'antagonista Alessandro Tomasi. Giani: “La Giostra rappresenta la bellezza delle tradizioni e della cultura della Toscana. Il municipalismo esprime gioia, voglia di aggregazione e festeggiamenti, soprattutto quando vince un quartiere che negli ultimi anni non ha vissuto momenti così. Ma per tutti noi è un contagiarci di gioia, che dà senso alla Toscana delle tradizioni e della cultura” conclude il candidato del centrosinistra.
Lo sfidante Tomasi, candidato del centrodestra: “Una manifestazione stupenda, bellissima, emozionante, combattuta. Sono contento. Mi fa piacere vedere così tanti ragazzi coinvolti. Complimenti ad Arezzo”.
C'era anche il responsabile nazionale dell'organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli: “Bellissima. Ho visto tanti ragazzi coinvolti. Una sfida avvincente. Mi auguro che anche nella sfida per la Regione Toscana vinca il meno favorito”. Con riferimento ad un ribaltone che sarebbe storico. Accanto a lui Francesco Macrì, presidente di Estra e nel cda di Leonardo, e Gabriele Veneri, capolista di FdI, che per scelta ha preferito stavolta non indossare i panni di vice Maestro di Campo stante la candidatura.
Molto incuriosito dal Saracino il parlamentare europeo, Roberto Vannacci, arrivato in piazza con il capolista della Lega, Cristiano Romani. Scivola appena, rispondendo al microfono, sul nome della Giostra (“Sarracino”) ma esprime apprezzamento per il “tripudio di cultura, tradizioni, radici”. Tra gli altri in tribuna la parlamentare Tiziana Nisini (Lega), il consigliere regionale Marco Casucci (Noi Moderati), il presidente della Provincia, Alessandro Polcri, e il capogruppo in Regione del Pd, Vincenzo Ceccarelli. Molti altri i politici. E tutte le autorità, dal prefetto Clemente Di Nuzzo, al questore Cristiano Tatarelli. Presente Guglielmo Manzo, presidente dell'Arezzo che dopo la partenza a tutto gas in campionato fa sognare.
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