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Preziosi e illegalità

Settore orafo al setaccio: scoperti lavoratori al nero anche clandestini e mezzo milione di metalli senza marchio

Il risultato dell'attività della Guardia di Finanza tra i terzisti del distretto aretino

Luca Serafini

01 Ottobre 2025, 08:42

Settore orafo al setaccio: scoperti lavoratori al nero anche clandestini e mezzo milione di metalli senza marchio

Settore orafo al setaccio. Blitz mirati ad Arezzo hanno acceso i riflettori sulle imprese del distretto orafo specializzate in piccole lavorazioni conto terzi (chiusure, pulimentatura, saldatura, galvanica), risultate prive di marchio identificativo e titolo legale rilasciati dalla Camera di Commercio.

Il Gruppo di Arezzo della Guardia di Finanza ha controllato 12 aziende terziste (10 con titolari bangladesi e 2 con titolari italiani), individuando 21 lavoratori totalmente in nero, tutti originari del Bangladesh, di cui 7 irregolarmente presenti sul territorio nazionale. Per questo, 5 imprenditori bangladesi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Arezzo per aver impiegato connazionali privi di permesso di soggiorno.

In 9 imprese è stato inoltre rilevato l’impiego di personale in nero in misura superiore al 10% del totale di quello regolarmente assunto: sono scattate le segnalazioni all’Ispettorato Territoriale del Lavoro per la sospensione dell’attività imprenditoriale e sono state contestate sanzioni amministrative per oltre 43.000 euro.

Cinque aziende terziste, infine, utilizzavano in conto lavorazione metalli preziosi di proprietà delle imprese committenti, privi di marchio identificativo e titolo legale: sono stati sequestrati 17 kg di argento e 7 kg di oro, per un valore di oltre 500.000 euro, poi restituiti ai terzisti dopo il versamento delle sanzioni e la regolarizzazione presso la Camera di Commercio, con l’assegnazione del marchio e del titolo legale.

Il quadro normativo sui metalli preziosi prevede, per prevenire frodi in commercio e garantire la tracciabilità dei processi produttivi, che oggetti in platino, palladio, oro e argento (e relative leghe) rechino impresso il titolo in millesimi del fino contenuto e il marchio di identificazione. Presso la Camera di Commercio è tenuto un apposito Registro degli assegnatari dei marchi di identificazione, al quale devono iscriversi, previa domanda, coloro che vendono, fabbricano o importano i metalli preziosi.

Anche sulla base del protocollo d’intesa siglato lo scorso anno tra il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e la Camera di Commercio di Arezzo-Siena, i controlli sono stati indirizzati verso i terzisti del distretto dei metalli preziosi non censiti dall’Ente camerale nella filiera; in alcuni casi le attività ispettive si sono svolte, per i rispettivi ambiti di competenza, in collaborazione con il Servizio Metrico della Camera di Commercio.

Il focus sul settore orafo si inserisce in una più ampia intensificazione dei controlli sul lavoro nero avviata dall’inizio dell’anno dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Arezzo in tutta la provincia. Con i Reparti operativi del territorio sono stati effettuati 97 interventi, 37 dei quali hanno evidenziato irregolarità.

  • Verifiche su: edilizia, ristorazione, minimarket alimentari, terzisti dei metalli preziosi, tessile, abbigliamento e pelletteria.
  • Individuati complessivamente 116 lavoratori in nero: 67 stranieri (28 bangladesi, 22 cinesi, 5 pakistani, 2 indiani, 4 rumeni e 6 di altre nazionalità) e 49 italiani.
  • Proposte 17 sospensioni dell’attività per altrettante realtà economiche..
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