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I dati

Arezzo, 4 miliardi di esportazioni in 3 mesi, ma oro e gioielleria soffrono la contrazione del mercato turco. Il caso dazi e lo sviluppo degli affari con gli Emirati Arabi

Guasconi (Camera di commercio): "Necessario rafforzare la presenza nei mercati in crescita per compensare la normalizzazione della domanda dalla Turchia e un'ulteriore contrazione delle vendite negli Stati Uniti"

Julie Mary Marini

01 Ottobre 2025, 00:43

Massimo Guasconi

In calo le esportazioni dell'oro. Nel riquadro Massimo Guasconi

Ad Arezzo l’oro continua a brillare, ma i valori dell’export provinciale sono in leggero calo. La Camera di Commercio rileva che nel secondo trimestre 2025 il valore delle esportazioni si è fermato appena sotto i 4 miliardi, segnando un arretramento del -2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una frenata che si riflette anche sui conti della gioielleria e dell’oreficeria, cuore pulsante dell’economia locale e che neppure l’eccezionale corsa del prezzo dell’oro – cresciuto del +40,3% nei tre mesi primaverili e del +39,3% su base semestrale – è riuscita a ribaltare.

In leggero calo le esportazioni della provincia di Arezzo

Il bilancio del semestre, seppur in positivo con un +4,5% grazie al brillante avvio d’anno (+11,9% nel primo trimestre), racconta dunque una provincia sospesa tra slanci e frenate. “L’export toscano nel primo semestre 2025 – sottolinea Massimo Guasconi, presidente della Camera di commercio di Arezzo-Siena e di Unioncamere Toscana – fa segnare una crescita dell'11,8% grazie soprattutto al +38,8% dell’export fiorentino, che da solo supera i 4 miliardi e mezzo in valore assoluto”. Arezzo invece vive la complessità di un settore, quello orafo, inevitabilmente legato ai capricci delle quotazioni internazionali e, in questa fase, anche alla netta riduzione della spinta eccezionale venuta dal mercato turco nel 2024.

La correzione è netta: la gioielleria aretina registra un -27,5% nel secondo trimestre e un -25,3% nei primi sei mesi, pari a 553 milioni in meno nel trimestre e quasi un miliardo nel semestre. Ankara, che nel 2024 aveva garantito volumi straordinari, oggi pesa come un’assenza: -952 milioni in valore assoluto e -40,2% in percentuale. E anche togliendo la componente turca, la bilancia rimane leggermente negativa (-1,5%). Non mancano però spiragli che aprono al futuro. Crescono le esportazioni verso gli Emirati Arabi (+8,9%) e la Francia (+12,4%), mercati che sembrano intercettare con favore la creatività e la manifattura aretina. Segnali di difficoltà arrivano invece dagli Stati Uniti (-22,3%), dove i nuovi dazi stanno comprimendo la domanda, pur con qualche attenuazione grazie al canale di Panama (+31%), hub strategico per il Nord America. Nel frattempo, gli altri distretti italiani mostrano un andamento contrastante: Vicenza (+2,8%) e Valenza (+6%) sono in leggero progresso, Milano segna un crollo profondo (-42,7%).

Fondamentale rafforzare la presenza nei mercati in crescita

Il quadro nazionale, del resto, parla chiaro: il settore orafo italiano nel primo semestre 2025 ha registrato un calo del -13,8%. Arezzo si muove in questa cornice con la consapevolezza di dover consolidare la propria presenza sui mercati in crescita e di prepararsi a nuove sfide, tra cui l’ulteriore contrazione prevista negli Stati Uniti. Per la capitale italiana dell’oro, la strada da percorrere non è semplice, ma la capacità di reinventarsi e di aprirsi a nuove geografie del lusso potrebbe trasformare un semestre in chiaroscuro in un’opportunità di rilancio. "Sarà necessario - conclude Guasconi - rafforzare la presenza nei mercati in crescita per compensare sia la normalizzazione in atto della domanda turca che una ulteriore contrazione delle vendite negli Stati Uniti a causa dei nuovi dazi".

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