Il caso
Torna nei ranghi la trentenne dell'area di servizio
C'è una svolta nel caso della trentenne incinta che mezz'ora dopo aver comunicato di essere in attesa di un figlio, era stata messa fuori dai ranghi dall'azienda, nonostante avesse avuto la proroga del contratto. La Filcams Cgil di Arezzo aveva esposto il caso della precaria, annunciando un'azione di impugnazione davanti al giudice del lavoro. Ora la stessa Cgil comunica la novità: «L'azienda ha scritto alla Filcams Cgil di Arezzo comunicando la riattivazione del contratto a tempo determinato della lavoratrice licenziata perché incinta. La dipendente potrebbe quindi restare al suo posto, in un punto di ristoro del tratto autostradale aretino, fino al 24 gennaio del prossimo anno, ma andrà comunque in maternità perché l’anticipo è obbligatorio per le lavoratrici della ristorazione autostradale».
Il sindacato mantiene una posizione critica sulla vicenda. «Niente scuse o pentimento, tantomeno l'idea di una trasformazione a tempo indeterminato. La società si è trincerata dietro un presunto errore formale, ma la volontà del licenziamento era chiara – commenta Marco Pesci, segretario provinciale della Filcams Cgil di Arezzo –. Per noi non si tratta di un incidente di percorso da archiviare, ma di un esempio dei danni del precariato e del mancato rispetto dei diritti dei lavoratori e, in particolare, delle lavoratrici».
La Filcams Cgil di Arezzo dunque andrà avanti: «Se un’azienda si sente legittimata a licenziare una dipendente incinta e fa marcia indietro solo dinanzi al clamore mediatico provocato da questa decisione, è evidente che si sta superando una soglia pericolosa. Per questo ci rivolgiamo anche alla Autostrade per l'Italia le cui concessioni delle aree di servizio sono di natura pubblica e la cui responsabilità sociale come impresa viene messa in discussione da comportamenti sempre più disinvolti da parte delle società alle quali affida i servizi. È ormai evidente la necessità di verificare con maggiore accuratezza gli affidamenti che fa delle sue concessioni e dei suoi appalti, in modo particolare per quanto riguarda il rispetto dei diritti e dei contratti di lavoro».
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