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Il caso

Giovane accusa: "Pedofilo in bicicletta mi violentò 10 anni fa". Uomo a processo. La difesa: "Tutto falso"

La vicenda delicata e controversa in un paese della provincia quando il minore aveva poco più di dieci anni

Luca Serafini

17 Ottobre 2025, 07:03

Violentato nel sentiero

Il ragazzino sarebbe stato aggredito da pedofilo in bici

Ha raccontato che un giorno quando era bambino correva a piedi su una strada di campagna, un uomo in bicicletta lo seguiva, poi lo affiancò e scese dalla bici, quindi lo aggredì, lo spogliò e lo violentò.

Una rivelazione sconvolgente, tirata fuori a dieci anni di distanza dall'episodio per il quale ora un 68enne aretino va davanti al tribunale di Arezzo: in caso di condanna rischia una durissima pena. Il reato è: atti sessuali aggravati dalla minore età della vittima. L'imputato nega che sia mai accaduta una cosa del genere.

Teatro della vicenda è un comune del Valdarno che non citiamo e il processo per il presunto caso di pedofilia è fissato per il 20 ottobre. Sarà un'udienza tecnica, prima di fissare le altre date e svolgere il dibattimento. Il ragazzo che allora aveva 10 anni e poco più, oggi è un ventenne e la sua versione dei fatti è stata cristallizzata in una audizione effettuata con incidente probatorio.

Da un lato c'è la verità di lui, che sarà parte civile nel processo, dall'altra la verità dell'imputato, classe 1957, che nega con decisione tutto. Lo difende l'avvocato Mattia Alfano del foro di Firenze. “Sono stato tra i relatori della commissione parlamentare giustizia sul codice rosso” dice il legale “e non avrei certamente assunto la difesa di quest'uomo, se non credessi fermamente alla sua innocenza”.

Secondo il difensore, si tratterebbe di un'accusa fabbricata ad hoc dal giovane per ribattere alla denuncia presentata nei suoi confronti. Sarebbe infatti accaduto che il ventenne, incontrando casualmente per strada l'uomo, lo avrebbe seguito a casa e quindi malmenato. Una specie di vendetta. Quando l'altro ha presentato la querela, lui ha fatto altrettanto descrivendo la scena della violenza sessuale che sarebbe stata consumata dieci anni prima.

Una violenza terribile, quella riportata nel capo d'imputazione. Ma per l'avvocato Alfano tutto è poco credibile e punterà a ottenere l'assoluzione del 68enne. Presidente del tribunale riunito in collegio che alla fine emetterà il verdetto, sarà Filippo Ruggiero.

Il caso è delicato, complesso, aperto ad ogni conclusione. I contenuti sono così gravi che mettono i brividi e prima di arrivare a qualsiasi conclusione i giudici vorranno capire fino in fondo come stanno le cose. A raccogliere la querela e a farla sviluppare dalla polizia giudiziaria, fino ad arrivare al processo, è stato il pubblico ministero Angela Masiello che ha diretto le indagini. La difesa dell'imputato solleva forti dubbi sul fatto che a fronte del tipo di atti sessuali raccontati dal giovane, nessuno si accorse di nulla né dal punto di vista fisico che psicologico.

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