Elezioni per il sindaco, Michele Menchetti: "Mi candido con la Lista Indipendente. Senza i partiti, ascoltiamo la gente"

Fierezza e determinazione a dispetto dei numeri. Michele Menchetti si candida a sindaco con la Lista Indipendente per Arezzo. Nel 2020 ottenne 1.768 voti che corrispondono al 3,5 per cento. Dopo cinque anni di consiglio comunale vissuto pancia a terra a pungolare l'amministrazione Ghinelli, nel giorno del suo 47° compleanno (ieri) annuncia al Corriere di Arezzo la discesa in campo per le elezioni di primavera.

- Lista civica o indipendente?

Preferisco indipendente, perché nelle liste civiche c'è sempre qualche politico di vecchio corso, invece noi siamo diversi, senza legami con i partiti.

- Ma 5 anni fa lei era candidato con il simbolo del Movimento 5 stelle.

Esperienza da me chiusa nel momento stesso in cui il movimento ha votato la legge discriminatoria del green pass, poi in seguito ho sempre più riscontrato che il mio vecchio movimento che voleva porsi al di fuori del sistema dei partiti, in realtà ci stringeva accordi e mi sono trovato davanti ad alleanze e situazioni che non ritenevo accettabili. Ho portato avanti il mio ruolo di rappresentante dei cittadini per dare voce a loro sulle cose, i problemi reali, concreti della vita quotidiana.

- Chi c'è con lei?

Un bel gruppo di persone motivate. Tra esse Ilaria Bidini, come avete già anticipato, fa parte del progetto. Si occuperà di temi sociali, a partire dalle barriere architettoniche e dal bullismo e cyberbullismo. Un'aretina conosciuta, battagliera, che può dare molto alla vita pubblica. E ci sarà Luca Petruccioli, attivista impegnato nel sociale da una vita e con il quale ho già avuto modo di condividere l'impegno politico.

- Sarete di disturbo per il centrosinistra. Ma in prospettiva di ballottaggio potreste apparentarvi?

Assolutamente no. Corriamo da soli e non faremo accordi. Ci poniamo al di fuori di tutti i partiti, con i cittadini che sono stanchi e amareggiati. Siamo anche realisti e ci poniamo come obiettivo quello di entrare in consiglio comunale e portare uno sguardo diverso da quello degli altri sulla città e i suoi problemi.

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- Su cosa farà leva?

Sull'ascolto della gente, che mi ha caratterizzato in questi cinque anni. E sull'esperienza che ho acquisito strada facendo. Duecento tra interrogazioni, proposte, atti di indirizzo. Credo di essersi posto in modo serio dalla parte degli aretini e a loro mi rivolgerò insieme alla squadra.

- Quindi cercherete voti dove?

Tra tutti quelli stanchi dei partiti e delle promesse disattese. Ci mettiamo a disposizione degli aretini in modo attivo, con attenzione alle piccole cose come ai grandi temi. Una giunta comunale, faccio un esempio, non dovrebbe consentire che si spendano 30 milioni per la Public Library allo scalo merci e non un milione per il forno crematorio, costringendo la gente, in un momento delicato come quello del trapasso di una persona vicina, a sostenere viaggi, spese e quanto altro.

- Le priorità?

L'attenzione al sociale certamente come prima cosa. La sicurezza: hanno avuto 10 anni di tempo ma non hanno fatto niente. Le opere pubbliche: non esiste che tutte le volte si debba aspettare l'imminenza delle elezioni per asfaltare le strade, si dovrebbe agire subito. E poi, i finanziamenti alle fondazioni hanno cifre enormi e per noi sono inutili duplicati degli uffici comunali. Poi ci sono temi come la manutenzione delle case popolari o gli immobili comunali abbandonati, dal chiosco di Campo di Marte alla ex Banca d'Italia, dall'ex Mexcal alla scuola di Battifolle o la Casa del Fascio di San Giuliano e tanti altri.

- Il simbolo come sarà?

Semplice. Con il colore amaranto, che identifica la città e a me piace molto.