Il caso
Foto generata con AI
Il pm Marco Dioni ha disposto l’autopsia sulla salma di Antonella Peruzzi, la signora di Alberoro morta a 66 anni domenica 26 ottobre: l’esame medico legale deve chiarire se il decesso è collegabile alla disinfestazione antitarlo che era in corso nella casa nella frazione del comune di Monte San Savino. Si rende così necessaria nella prossime ore la riesumazione al cimitero di Montagnano (il funerale fu celebrato il 28) dopodiché è in programma il trasferimento alle Scotte di Siena per l’accertamento autoptico fissato per giovedì 6 novembre.
Il magistrato della procura di Arezzo affida al medico legale Mario Gabbrielli il compito di sciogliere i dubbi su un possibile nesso di causa ed effetto tra lo spargimento della sostanza, pare a base di solfuro di magnesio, da parte di operatori specializzati, e il malore seguito dalla morte della 66enne.
Nell’inchiesta è indagato il titolare della ditta di Sansepolcro che effettua trattamenti di questo tipo e che si era occupata del lavoro a domicilio: c’era da intervenire sulle travi in legno attaccate dal coleottero in una stanza accanto alla camera della signora.
È un atto dovuto da parte del magistrato, l’avviso di garanzia, necessario per eseguire gli accertamenti urgenti e irripetibili come l’autopsia di domani e come l’esame tossicologico del 12 novembre sulle provette che contengono sangue e urine del marito della donna, Domenico Tavanti, noto imprenditore orafo di 69 anni che è stato ricoverato al San Donato tre giorni a partire da giovedì 30 ottobre per una intossicazione che si sospetta possa dipendere dalla medesima sostanza insetticida.
Furono i disturbi accusati dall’uomo (nausea e vomito come avvenuto per la moglie) e il suo accesso in ospedale a far scattare dal posto di polizia la segnalazione che ha originato l’inchiesta. Sequestro della casa, sopralluoghi dei vigili del fuoco, indagini della squadra mobile, tutto sotto la regia del pm Dioni.
Ogni cosa attende di essere chiarita: gli interrogativi sono aperti. Se c’è correlazione, in primis, tra antitarlo e malori; in caso affermativo, se ci sono responsabilità configurabili come omicidio colposo e lesioni colpose. Occorre ricostruire ogni passaggio avvenuto nella casa di Alberoro: il tipo di prodotto utilizzato e la procedura. In caso di trattamenti con sostanze che possono nuocere alla salute, infatti, esistono delle prescrizioni da far rispettare per la tutela di persone e animali.
Il titolare della ditta di Sansepolcro, 62 anni, guida un’impresa con 65 anni di storia e un nome riconosciuto ben oltre la provincia per competenza e affidabilità. I lavori vengono svolti dallo staff di collaboratori. L’indagato ha nominato come difensori di fiducia gli avvocati Piero Melani Graverini e Gianluca Gambogi. Potrà nominare dei consulenti di parte.
Lo stesso è consentito alla famiglia che si ritrova al centro del caso, un giallo doloroso, ed è assistita dall’avvocato Osvaldo Fratini. Il legale è intenzionato a far svolgere accertamenti mirati anche su cuoio capelluto dell’uomo e indumenti, che potrebbero fornire elementi qualora la sostanza insetticida vi fosse rimasta.
Il tipo di trattamento eseguito ad Alberoro pare fosse un intervento di routine, come molti ne vengono effettuati. Cosa è successo? Dalle Scotte di Siena con l’esame autoptico le prime risposte.
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