Archeologia
Simone De Fraja
Un libro dal titolo “Il fiume e la città” a cura di Giulio Firpo (Accademia Petrarca) anni fa trattò con vari contributi il rapporto tra Arezzo e il Castro. Simone De Fraja, avvocato, scrittore e studioso, firmò uno dei capitoli. Lo sentiamo a proposito dei reperti archeologici riaffiorati dal cantiere di via Petrarca.
- Che dice dei resti?
C'era da aspettarselo, il fiume passa ancora di lì: segno che l'alveo non è mai radicalmente mutato, nonostante alcune importanti esondazioni. Ecco confermato il senso delle due Parat(i)e (cosiddette di Sopra e di Sotto) nelle mura medievali, e poi cinquecentesche, che compresero questo tratto nel circuito. Le Parate servivano a difendere l'accesso in città: la Parata di Sopra (Zona Scuola Pio Borri) era stata anche fortificata con feritoie per arma da fuoco nella linea delle mura “cinquecentesche”.
- Cosa possono essere queste strutture?
Lo stato dei lavori, come si vede dalle foto e dai video pubblicati dal vostro giornale, lasciano intendere che i ritrovamenti, potrebbero essere traccia di tutto: resti di opifici medievali come mulini o attività alimentate dall'energia idrica (sebbene queste fossero molto più frequenti lungo il parallelo berignolo che aveva più corrente); potrebbe trattarsi di strutture più antiche come banchine, argini, bacini idrici per la raccolta e depurazione dell'argilla, palizzate in legno per regimentare le acque o altri scopi. Potrebbero esserci altre sorprese utili a comprendere l'interazione uomo-fiume-città. C'era una vita intorno al fiume, anzi l'economia di una città rimasta sepolta dal tempo, dalle piene torrentizie, dall'oblio.
- Ci sarà da studiare.
Sicuramente e gli esperti sono già al lavoro. Il fiume costituiva anche un landmark per la città, un punto fisso attorno al quale, al di là o al di qua del quale, si svolgevano attività diverse. Se c'era il fiume c'erano anche ponti, in muratura o materiale deperibile: nel Medioevo lì vicino, in fondo alla attuale via Petrarca ove venne costruito il bastione divenuto sede della ex Bastanzetti, c'era la Porta Buja, una porta di accesso potente ed elegante proprio sopra il corso del Castro. Le mura duecentesche lasciavano il fiume proprio esterno al loro piede e l'Ospedale di S.Maria Sopra i Ponti viene fondato sul, o presso il Castro.
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