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L'intervista

Roberta Casini, la politica fin da bambina, la famiglia, la toga, la fascia da sindaco e l'ingresso in Regione con auguri anche dal centrodestra

Luca Serafini

12 Novembre 2025, 08:56

Roberta Casini

Roberta Casini

Roberta Casini è in consiglio regionale. Una donna di impegno e di contenuti. Serietà e sorriso. Dedizione.

- Come è nata in lei la passione politica?

Da bambina. Ho sempre respirato la politica accanto al mio babbo Massimo, che è mancato nel 2024. E' stato vice sindaco, da sempre impegnato nel Pci, amministratore conosciuto in Valdichiana, un personaggio qui a Lucignano, un punto di riferimento per la comunità. Quando lui si è ritirato dal Comune, ci sono entrata io seguendo il suo esempio. Ci siamo dati il cambio.

- Gli inizi?

Primi impegni nella sinistra giovanile, i Ds, poi dal 1999 in consiglio comunale 5 anni, 10 da assessore con il sindaco Maurizio Seri. Poi sono diventata sindaco. Terzo mandato, dodici anni, un'esperienza bellissima e coinvolgente che ti segna la vita.

- Come ha appreso la notizia dell'ingresso in consiglio regionale per effetto della nomina di Filippo Boni ad assessore?

Ero ad Arezzo, sinceramente non ci si speravo, le ore precedenti erano state convulse, mettevamo in conto di non riuscire a raggiungere l'obiettivo. Parlo al plurale perché abbiamo vissuto questa fase insieme con Filippo. Dobbiamo dire grazie a Giani e alla sua valutazione alla base delle scelte per la giunta.

- Rinnovamento.

Io credo che abbia interpretato il volere dell'elettorato, le indicazioni dei cittadini, i numeri, che del resto avevano parlato chiaro. La formazione della giunta segue da un lato la linea della continuità e dall'altro apre alle nuove generazione.

- Con il presidente Giani c'è una grande stima reciproca.

La persona giusta. Ho sempre creduto in lui, fa la differenza la sua reale vicinanza ai territori. L'ascolto. Questo suo girovagare è una presenza concreta e costante, si cala nelle comunità per sentire quali sono i bisogni e agire di conseguenza. Non è un tagliare nastri e fare presenza, è reale ascolto di persone, sindaci, associazioni. Il modo migliore di fare politica, non chiuso in un palazzo.

- Ora è chiamata a superare le mura di Lucignano e guardare con visione più ampia.

Una prova di responsabilità, senz'altro. Ma anche da sindaco, oggi, devi guardare orizzonti più ampi, non puoi chiuderti nel tuo spazio municipale. Quindi in parte sono già in questa ottica, anche se le cose adesso cambiano in un contesto regionale. La ricetta resta comunque la stessa, ascoltare i problemi, le necessità, i bisogni: magari non sarà la buca nella strada, saranno altri temi, ma la prospettiva è quella, recepire dal territorio e trovare soluzioni.

- Ha ricevuto congratulazioni anche dal centrodestra.

Sì, davvero. Complimenti trasversali. Ed è una cosa bella. Siamo tutti al servizio della politica, del territorio e della gente, al di là delle idee. Mi fa molto piacere questo sostegno, il dialogo, la voglia di collaborazione. In Valdichiana già in tempi non sospetti i sindaci Meoni di Cortona e Agnelli di Castiglion Fiorentino, avevano auspicato il mio ingresso in consiglio regionale.

- La sanità del territorio è messa non proprio bene.

E' la priorità. Dobbiamo garantire un servizio elevato in tutta la regione. In Valdichiana qualcosa si è inceppato nel funzionamento, quindi mi impegnerò per migliorare le cose. Pur dovendo agire con quello che abbiamo, in termini di risorse. La coperta è corta, ma a volte l'organizzazione fa la differenza.

- Infrastrutture e stazione medioetruria.

La stazione Av certo che sarà un tema, va chiesta e ottenuta, ma nell'immediato c'è da battersi per avere più treni e per la puntualità per i pendolari. Garantire sia chi viaggia per raggiunge grandi città e chi si sposta per lavoro e scuola. In tutta la provincia ci sono questioni legate alle infrastrutture sulle quali lavorare, ma ci sono opere di competenza ministeriale che si sono fermate e pure su quelle ci dovremo impegnare.

- La professione da avvocato?

La toga me la sento sempre addosso. Sono ancora iscritta all'albo, quindi esercito, anche se seguo poche pratiche con i miei colleghi, avendo poco tempo. Ma è la mia professione.

- Coniugare impegno pubblico con l'essere moglie e mamma com'è?

Impegnativo, tanto. Ma mi ci sono misurata fin dal primo giorno di attività politica. La differenza la fa la famiglia che hai, la persona che hai accanto. La mia famiglia mi supporta e condivide con me il percorso, così tutto è più semplice.

- Il Pd di Arezzo come esce da questo passaggio?

Ha fatto un percorso che ci ha premiato, occorre ripartire da lì, serviranno valutazioni e riflessioni su come procedere. In un ragionamento di campo largo. Per il Comune di Arezzo serve una coalizione forte e un candidato autorevole per vincere.

- Dispiacerà lasciare la carica di sindaco? A Lucignano si tornerà al voto.

I cittadini sono contenti, hanno percepito l'importanza di questo passaggio in Regione. C'è soddisfazione e dispiacere, consapevole di lasciare una squadra forte, seria, affidabile. Mi scrivono: sarai sempre il nostro sindaco. E mi commuovono. Chi ha fatto il sindaco sa cosa vuol dire.

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