La tragedia di Soci
L'asilo di Soci dove è morto il piccolo Leo
Potrebbe essere stato il cappuccio del giubbottino del piccolo Leo, agganciato dal ramo dell'arbusto nel giardino didattico, a causare l'azione meccanica accidentale che ha provocato la morte del bambino all'asilo di Soci, nel comune di Bibbiena in provincia di Arezzo. Eseguita oggi, martedì 18 novembre, l'autopsia sul corpo del piccolo, che aveva 2 anni e mezzo.
L'esame effettuato a Siena dal professor Mario Gabbrielli avrebbe escluso che Leo soffrisse di patologie che potessero aver concorso nel decesso: godeva di ottima salute. La morte dunque è intervenuta, stando a quanto filtra e confermando quanto era subito apparso evidente, per gli effetti tipici dello strozzamento, quindi la mancanza di respiro, il soffocamento, ma potrebbero aver influito anche un blocco circolatorio e lo choc neurologico.
La relazione del consulente tecnico conterrà, quando depositata alla procura di Arezzo, il risultato degli approfondimenti istologici. Importanti saranno anche le conclusioni sul tempo trascorso dall'evento traumatico al soccorso. Si parla di un lasso temporale breve, ma va visto quanto. Se c'erano margini per salvarlo.
L'inchiesta del pm Angela Masiello deve verificare se c'è stata una carenza di vigilanza. Il piccolo era entrato nel boschetto dell'asilo Ambarabà Ciccì Coccò (ancor sotto sequestro) ed era evidentemente fuori dalla prospettiva del personale della scuola dell'infanzia. Nel correre o nel saltare o per arrampicarsi, è rimasto agganciato dal ramo dell'arbusto che lo ha trattenuto con forza.
I segni sul collo del bimbo erano stati notati subito. L'approfondimento autoptico andrà ad arricchire il fascicolo, supervisionato dal procuratore Gianfederica Dito, che vede iscritte come indagate (ipotesi omicidio colposo) tre educatrici, una assistente e la coordinatrice. Tutte dipendenti della cooperativa Koinè. Non indagata la maestra che, ancora non in servizio, esterna quindi al turno di quel frangente mercoledì 12 novembre mattina, arrivata all'asilo si accorse che Leo era in difficoltà e corse in suo aiuto.
Era una bella mattinata di sole, ma i bimbi indossavano giacche e giubbotti adatti alla stagione autunnale.
Tutta la vicenda è ancora da interpretare nel dettaglio. Anche l'esatta meccanica dello strozzamento è al vaglio degli inquirenti. Il cappuccio sembra aver esercitato un ruolo fatale. Ma non c'è nulla di certo a parte, purtroppo, l'enorme tragedia di un bambino passato in pochi istanti dal mondo dei giochi alla morte. Ora è il momento dell'addio.
Giovedì 20 novembre, alle 15, sarà celebrato il funerale nella Pieve di Romena. Una cerimonia pubblica, ma per la quale la famiglia chiede una presenza silenziosa. Leo lascia i genitori, il fratello, i nonni, i parenti, colpiti dal dolore più tremendo. Una intera comunità è ancora stordita. Mentre l'inchiesta deve dare risposte doverose, la famiglia di Leo ha aperto una raccolta di fondi da destinare ad iniziative a favore dei bambini del Casentino.
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