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Economia

Boom di richieste di cassa integrazione e settimana corta nelle aziende orafe: effetto dazi e prezzo del metallo alle stelle

Scarseggia il lavoro e la produzione si rallenta, fine anno con il freno tirato nel distretto dei preziosi

Luca Serafini

28 Novembre 2025, 07:01

Distretto orafo

Momento delicato per il distretto dell'oro

Alla pec della Cgil di Arezzo le pratiche per la cassa integrazione da parte delle aziende orafe stanno arrivando a raffica. Il calo di lavoro nel settore dei preziosi è drastico e dopo anni frenetici di alti fatturati, i banchi di lavoro sono sguarniti. L’oreficeria soffre e a confermarlo sono da un lato Luca Parrini, presidente provinciale e nazionale di Confartigianato orafi della provincia di Arezzo e dall’altro Antonio Fascetto, segretario della Fiom Cgil.

“Dopo l’allarme scattato alla fine dell’estate, adesso intercettiamo realmente il problema: il termometro della situazione ce lo dà il ricorso alle ore di cassa integrazione che anche le aziende non sindacalizzate, le piccole e medio piccole, per la normativa vigente sono tenute a comunicare alle organizzazioni sindacali”, dice Fascetto. “L’ultimo mese ha registrato numerose di queste pratiche che sono conseguenza del fermo nei mercati e quindi del minor lavoro. Le grandi aziende affrontano il rallentamento riportando all’interno le produzioni esternalizzate, cosa che scarica sull’indotto delle piccole ditte il prezzo della crisi”, aggiunge il sindacalista.

In un distretto con 1.116 imprese e 8.400 dipendenti, i contraccolpi ci sono e vengono in evidenza in questo scorcio finale di un anno diventato negativo per i dazi (“non solo Usa, anche Turchia”) e per le oscillazioni del metallo (115,24 euro il grammo ieri).

“Noi come sindacato ci siamo e facciamo la nostra parte” sottolinea il segretario di Fiom Cgil, Fascetto “il settore accusa effettive difficoltà, ma va anche detto che dopo il trend degli ultimi anni nei quali si sono sempre toccati picchi rilevanti di fatturato e volumi di guadagni, le aziende hanno margini di discrezionalità e sensibilità, oltre che eccellenza e competenza, per ridurre il disagio di lavoratori e famiglie”.

Tra i produttori non manca la preoccupazione. “Il periodo del Natale da molti anni non è più quello di un tempo, stavolta è peggio e il ricorso a settimane corte e cassa integrazione è diffuso” dice l’imprenditore Luca Parrini. Meno giorni lavorativi nel corso della settimana oppure giornate di attività in azienda solo al mattino, ognuno applica e modula la strategia che ritiene migliore. A fronte di un rallentamento forte. “Da ottobre è iniziata questa fase complicata che se da un lato si spiega con i dazi, dall’altro è dettata dal prezzo dell’oro che, arrivato a livelli altissimi, con le oscillazioni è tale da generare scompensi nella programmazione dell’attività talvolta con danni economici per le imprese”.

Se la manifattura incide in minima parte nel valore del prodotto, basta una variazione del fixing a spostare tutto, generando una instabilità rischiosa. “La programmazione a lungo termine per l’oreficeria in queste condizioni è difficile, magari chiudi il venerdì con l’oro a 111 euro e il lunedì lo trovi a 115. Tutto complicato. La speranza è che i clienti abbiano realizzato grazie agli stock acquistati quando l’oro costava molto meno un surplus tale da essere nella condizione di investire, per far ripartire gli ordinativi. Vicenza oro in programma dal 16 al 20 gennaio ci darà risposte importanti su come superare questa congiuntura sfavorevole. Da parte nostra c’è sempre il massimo impegno in termini di creatività, operosità, passione e innovazione”.

Prima di Vicenza tutto il comparto avrà modo di riflettere, analizzare e impostare le prossime strategie in occasione della quinta edizione del Summit del Gioiello Italiano di Italian Exhibition Group. L’evento ad Arezzo Fiere e Congressi torna a riunire i principali attori dell’oreficeria e della gioielleria italiana, per confrontarsi sulle principali sfide e opportunità del settore, con l’obiettivo di rafforzare il sostegno allo sviluppo e alla competitività del Made in Italy. Si alterneranno testimonianze e interventi di opinion leader e rappresentanti dell’Industry. E dato che l’oro è sballottato dalle vicende internazionali, importante sarà il confronto sul tema Geopolitica, oro e futuro: come difendere, innovare e preservare la tradizione.

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