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Domenico Giani: "Non mi candido a sindaco, ma amo la città. Ringrazio per la fiducia, porto avanti i miei impegni"

Commozione e senso di responsabilità nelle parole del presidente della Misericordia cercato da centrodestra e centrosinistra

Luca Serafini

30 Novembre 2025, 23:35

Domenico Giani

Domenico Giani con Pier Luigi Rossi e Stefano Mendicino

Gratitudine, commozione, senso di responsabilità. Questo traspariva dal volto e dalle parole di Domenico Giani quando domenica 30 novembre ha reso ufficiale e pubblico quello che si era già percepito in questi giorni e che il Corriere di Arezzo aveva anticipato: il no alla richiesta di disponibilità a candidarsi a sindaco. Proposta bipartisan, arrivata a Giani sia dal centrodestra che dal centrosinistra, il che significa il massimo della considerazione e della fiducia riposta nell’uomo.

Mi ha fatto piacere, evidentemente il mio ruolo istituzionale e al servizio della persona è stato riconosciuto da tutti, sono lieto per questo” ha detto Domenico Giani nella sede della Misericordia, con accanto il governatore Pier Luigi Rossi e Stefano Mendicino. “Ho ricevuto messaggi e telefonate da tanti amici e cittadini e questo mi ha ripagato moralmente”, ha proseguito l’ex capo della gendarmeria del Vaticano, la cui candidatura avrebbe innescato un consenso plebiscitario. Attestati di apprezzamento e stima sono pervenuti da ogni parte.

“Ma ho detto no proprio perché ho una serie di impegni in Italia e di respiro internazionale”. Nel dettaglio, il presidente della confederazione delle Misericordie d’Italia ha ricordato come le associazioni in questo momento “sono impegnate anche all’estero, in Palestina, Cisgiordania, a Gaza e in Ucraina”. Come dire nei settori cruciali del globo. E a questo impegno si aggiunge quello di ambasciatore dell’Ordine di Malta a Cipro e in Gambia “dove il tasso di mortalità è alto tra donne e bambini e stiamo iniziando delle attività mirate”. Un insieme di impegni di diplomazia umanitaria e diritto internazionale, dunque, trattengono Giani, che è anche alla guida di Eni Foundation.

Non me la sentivo di lasciare queste attività” spiega “nonostante l’amore per la mia città, il bene che voglio ad Arezzo”. Commosso, Giani ha anche voluto sottolineare: “Non è che se manco da tanti anni, non avrei potuto svolgere questo ruolo, qualora fossi stato eletto”. Legittima autostima, potendo disporre di esperienza ad alti livelli e competenze di governo del personale e delle relazioni.

Quindi, con stile e sincerità, Domenico Giani esce dalla scena del totosindaco: “Ringrazio davvero di cuore, è stata una decisione meditata, sofferta, ma il mio non è un no alla città, non è mancanza di amore per Arezzo, è rispetto per gli impegni presi”.

La nuova settimana politica aretina si apre oggi, acquisito questo dato, con l’attesa per i risultati completi del sondaggio commissionato da Stefano Tenti per misurare le intenzioni di voto degli aretini (si parla di lieve vantaggio del centrosinistra) e per misurare se stesso come alternativa a Vincenzo Ceccarelli. Marco Donati, il civico che per ora corre in solitaria, potrebbe stringere intese. Nel centrodestra, uscito di scena Gabriele Veneri, sul tavolo c’è il nome di Lucia Tanti. Marcello Comanducci in questi ultimi giorni è in risalita. Nello scenario anche l’ipotesi Mario Agnelli, tra il suggestivo e il praticabile.

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