Verso il voto 2026
Totosindaco ad Arezzo
In arrivo un “no” pieno di gratitudine. Riflettuto. Pesante. Sì, Domenico Giani starebbe per declinare l'invito a presentarsi alle prossime elezioni amministrative come candidato sindaco di Arezzo. Contattato sia da destra che da sinistra, ci ha pensato. La sua risposta ufficiale ad entrambi gli schieramenti sarà pubblica e c'è da attendersi, vista la caratura della persona, densa di contenuti. Le sue dichiarazioni potrebbero arrivare domani, dalla sede della Misericordia, che in quanto presidente delle confraternite d'Italia è un po' la sua casa dopo aver vissuto per lunghi anni in Vaticano come capo della gendarmeria del Papa. Una mancata disponibilità, sembra ormai scontato, per nulla altezzosa e neanche un dribbling alle responsabilità amministrative che la fascia tricolore comporta. Stimatissimo dagli opposti schieramenti, trasversale, persona di pensiero e di azione, non collocabile in categorie partitiche, il super aretino Domenico Giani in questi giorni ha ricevuto molti consensi dagli aretini, ma sarebbe orientato a portare avanti i suoi impegni nazionali e internazionali: Eni Foundation, Ambasciatore dell'Ordine di Malta a Cipro e in Gambia, Misericordie. Di sicuro manterrà forte il legame con Arezzo, la sua città, in varie espressioni e con punto fermo la devozione per la Madonna del Conforto. Un no, quello di Giani, di cui prende atto dunque sia il centrosinistra, per ora fermo ai nomi Ceccarelli e Tenti, che il centrodestra, in cerca del successore di Alessandro Ghinelli e che non nascondeva di coltivare l'ipotesi Giani.
A proposito di centrodestra, dove già è tramontato il nome di Gabriele Veneri, consigliere regionale di FdI. Occhi puntati su Marcello Comanducci, ex assessore di Ghinelli, che gode di ampi e diffusi consensi. Il padre della Città del Natale, sentito ieri dal Corriere di Arezzo, non scarta l'idea, ma sulla disponibilità frena e non ha fretta: “Sto valutando, mi sembra ancora presto, ci sono più aspetti che devono incastrarsi”.
Molto gradito ad ampi settori economici (l'influente mondo del commercio in primis), indicato come la scelta giusta anche da molti nel centrodestra, Comanducci è in stand by rispetto ad un suo ritorno nella vita amministrativa e, chissà, con un ruolo da protagonista. Però non si tira fuori dalla rosa dei papabili ed esprime anche soddisfazione per i tanti feedback positivi sulla sua persona: “Vuol dire che ho lasciato un buon ricordo.” La sfolgorante e affollata Città del Natale dice che la sua intuizione, quando era tempo di semina di nuove idee, era azzeccata. Tra gli aspetti da valutare prima di una discesa in campo, c'è senz'altro quello professionale, legato all'impegno con una primaria società del marketing innovativo: uno di quei bivi che chi non fa politica per mestiere, ma vive di impresa, deve calcolare e riflettere bene.
Novembre intanto finisce, tra un mese sarà 2026. Data del voto ignota, si parla di maggio. Tutto ancora da definire sugli sfidanti. La vice sindaco Lucia Tanti (che ieri ha festeggiato il suo compleanno) è riconosciuta all'unanimità come l'amministratore con più dimestichezza e capacità. Potrebbe non bastarle per essere la candidata sindaco. Ma per rinunciare a lei il centrodestra deve calare un asso. Al momento è l'unica il cui nome è sul oggettivamente tavolo, proposta centristi e Forza Italia con la benedizione del sindaco uscente Alessandro Ghinelli. Qualora non fosse lei la prescelta, il posto di presidente del consiglio comunale (in caso di vittoria) le dovrebbe spettare. Pur nella penuria di nomi, il clima in coalizione sarebbe molto buono, tra partiti e civici: compattezza e obiettivo chiaro, il tris a Palazzo Cavallo. Giovedì, su stimolo di Ghinelli, è stato avviato il rush di fine legislatura da vivere concentrati sul pezzo: centrare gli obiettivi, accelerare sulla manutenzione e cercare di comunicare più e meglio il lavoro. Per le amministrative la linea condivisa è no alla logica delle bandierine, ma inclusività e perimetro di alleanze da allargare.
Completa il quadro delle ipotesi del centrodestra Mario Agnelli, sindaco di Castiglion Fiorentino. Operazione un po' complessa, che poggia le basi su una figura di contenuti ma anche in grado di entusiasmare.
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Sfumata anche per il centrosinistra l'ipotesi Domenico Giani, tutti aspettano tra oggi e domani il sondaggio commissionato da Stefano Tenti sul gradimento dei cittadini rispetto ad alcuni nomi: il suo, quello di Vincenzo Ceccarelli e quello di Paolo Peruzzi (in ambito centrosinistra). Il termometro dei rilevatori misurerà anche i potenziali competitor del centrodestra.
Il cantiere dell'alleanza oggi all'opposizione non è più avanti di quello di chi governa la città e il protagonista della sanità privata Tenti, continua a crederci. Si mette in discussione con il sondaggio e ritiene di non avere problemi che cozzano tra la sua attività e l'incarico pubblico.
Vincenzo Ceccarelli, Pd, resta in rampa di lancio in attesa della quadratura del cerchio.
I riformisti sponda Mauro Seppia non vorrebbero né lui né Tenti ed hanno in Peruzzi (ex Uil e cooperativa Koinè) l'uomo di bandiera: il campo largo dovrà fare i conti anche con questa posizione.
Renziani, Avs e tutte le tessere di questo schieramento dovranno fare sintesi. Di nomi in giro non se ne sentono molti da accostare all'impresa della riconquista di Palazzo Cavallo. Elaborazione lenta e complicata. Un fronte sul quale pende un grosso punto interrogativo è quello di Marco Donati, autocandidato sindaco con le liste civiche, ma che da solo non può vincere. Porta con sé un buon numero di voti. Oggi è all'opposizione con Scelgo Arezzo (due consiglieri) e può decidere la partita di maggio. Che deciderà di fare? Gli strizzano l'occhio dal centrodestra, c'è un ponte praticabile con il centrosinistra. Di qua o di là? Al momento la strategia pare essere quella di attendere gli eventi. Gli gioverà? Nel frattempo Donati continua il lavoro capillare e serio di ascolto dei problemi, di elaborazione di idee e progettualità per Arezzo.
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