La comunità
Per anni la Comunità di San Patrignano è stata considerata un vero e proprio baluardo contro la droga. L'unica organizzazione italiana che riusciva a strappare i giovani al tunnel della dipendenza. Situata a Coriano in provincia di Rimini, è stata fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli. La sua creazione rispondeva all'emergenza sociale rappresentata dalla diffusione della tossicodipendenza, in particolare dell'eroina, che colpiva molti giovani italiani negli anni Settanta.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a San Patrignano
Muccioli, nato nel 1934 a Rimini, si trasferì in un podere di famiglia dove inizialmente si dedicò all'agricoltura e all'allevamento di cani. La sua vita cambiò quando accolse la prima ospite della comunità, una giovane tossicodipendente trentina, nel novembre del 1978. Da quel momento, altri ragazzi iniziarono a chiedere aiuto e, nel giro di poco tempo, il numero degli ospiti crebbe rapidamente e nel 1979 venne costituita la cooperativa di San Patrignano con l'obiettivo di fornire assistenza gratuita a tossicodipendenti ed emarginati.
Negli anni Ottanta, la comunità si espanse notevolmente. Nel 1984 contava già circa 500 ospiti e nel 1986 raggiunse gli 800. Grazie, in particolare, al supporto finanziario di Gian Marco e Letizia Moratti, che contribuirono con ingenti somme per lo sviluppo della comunità, San Patrignano divenne un punto di riferimento per la riabilitazione in Italia e all'estero. Nel 1994, gli ospiti erano circa 1400 e fu inaugurato un Centro Medico per affrontare l'epidemia di Aids che colpiva molti giovani.
Una veduta della comunità di San Patrignano
La gestione della comunità da parte di Muccioli non fu esente da polemiche. Fu coinvolto in due processi significativi: il primo, noto come il Processo delle catene, iniziò nel 1983 quando furono trovati alcuni ospiti incatenati. Sebbene inizialmente condannato per sequestro di persona e maltrattamenti, fu successivamente assolto. Il secondo processo avvenne nel 1994 in relazione alla morte di Roberto Maranzano, un giovane della comunità; Muccioli fu condannato per favoreggiamento ma assolto dall'accusa di omicidio colposo.
Andrea Patrignano, figlio di Vincenzo, fondatore di San Patrignano
Muccioli morì il 19 settembre 1995 a soli 61 anni. Le cause della sua morte rimasero avvolte nel mistero, con speculazioni riguardo a malattie come l'epatite C o l'Aids. Dopo la sua morte, la gestione della comunità passò al figlio Andrea Muccioli, che continuò a espandere le attività della comunità e a promuovere iniziative internazionali contro la droga. La comunità ha continuato a operare sotto un comitato di garanti dal 2011. Ha sviluppato programmi di prevenzione rivolti ai giovani e ha creato eventi come i WeFree Days, che riuniscono organizzazioni di volontariato e istituzioni per discutere temi legati alla tossicodipendenza. Nel corso degli anni San Patrignano ha anche ricevuto riconoscimenti internazionali e nel 1997 è stata accreditata come Ong dalle Nazioni Unite.
Oggi San Patrignano rappresenta una delle più grandi comunità terapeutiche d'Europa e continua a svolgere un ruolo importante nella lotta contro la tossicodipendenza in Italia. La sua storia è stata recentemente oggetto di attenzione mediatica grazie alla docu-serie SanPa - Luci e tenebre a San Patrignano, che ha riacceso il dibattito sui metodi utilizzati nella comunità e sull'eredità lasciata da Vincenzo Muccioli.
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