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L'intervista

Stazione Medioetruria, sanità, acqua di Montedoglio: il piano di Giani per il patto di gemellaggio Toscana - Umbria

Giuseppe Silvestri

07 Aprile 2025, 07:17

Eugenio Giani e Sergio Casagrande

L'intervista di Sergio Casagrande, direttore del Gruppo Corriere, al presidente Eugenio Giani

Rivalutare la posizione di Medioetruria, futura stazione dell’Alta Velocità, e farlo insieme alla Regione Umbria. È il piano di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, spiegato dal palco del Teatro Petrarca durante la pubblica intervista rilasciata a Sergio Casagrande, direttore del Gruppo Corriere, in occasione della serata dedicata ai 40 anni del Corriere di Arezzo. A precisa domanda, il governatore è stato netto: Io sono determinato a riaprire il confronto, tenendo presente che quest’opera deve servire un territorio vasto, la città di Arezzo, una parte del comprensorio di Siena, ma anche la regione Umbria che non è toccata per niente dall’asse ferroviario dell’Alta Velocità. Voglio farlo con la complicità della presidente dell’Umbria, Stefania Proietti, attraverso una comune valutazione. Io e Stefania abbiamo già parlato e preparato il nostro programma. Ci incontreremo a Cortona, da lì attraverso la nuova strada in costruzione raggiungeremo la Bettolle-Perugia, per avere una visione credibile di Creti. Andremo poi a Castiglione del Lago, visto che l’Umbria ci chiede di trovare un’intesa per l’utilizzo dell’acqua di Montedoglio e sull’uso di quella risorsa idrica si gioca una partita di equilibrio per l’intero territorio.

Strategie comuni non solo sui trasporti e sull’acqua, ma anche sulla sanità. Giani ha parlato di un possibile protocollo d’intesa tra le Asl perché ovviamente la salute delle persone non guarda ai confini amministrativi e quindi è proprio nelle aree di confine, a partire da Valtiberina, Sansepolcro e Città di Castello, che è giusto integrare i sistemi con una convenzione tra i direttori delle aziende sanitarie, un obiettivo che io e Stefania ci proponiamo. In definitiva presto partendo da Cortona e arrivando a Castiglione del Lago, faremo un incontro per trattare tutte le questioni: la viabilità e la mobilità ferroviaria, l’acqua e quindi l’integrazione dei servizi all’agricoltura, la sanità e i servizi alla persona. Cercheremo di dare alla Toscana e all’Umbria una sorta di patto di vero gemellaggio. Del resto la storia ci ha insegnato che quando in epoca romana Diocleziano nel 297 dC disegnò l’Italia, in modo molto più razionale di noi, la divise in dodici territori: Toscana e Umbria stavano insieme.

Nel corso dell’intervista Giani non ha parlato soltanto dei rapporti con l’Umbria. Dopo aver sottolineato la crescita costante di Arezzo sia dal punto di vista economico che culturale (esempi su tutti il comparto dell’oro, il successo della mostra sul Vasari e la Città del Natale), aver smorzato qualsiasi tipo di polemica di stile campanilistico, ribadito la necessità di accelerare sulla realizzazione della E78 (Collegamento diretto con la costa entro il 2026) e ribadito la necessità di lavorare per contenere i problemi legati ai cambiamenti climatici, il governatore ha risposto sul tema della sanità, particolarmente sentito, visto che l’ospedale San Donato ha bisogno di attenzioni straordinarie.


Eugenio Giani e l'editore Francesco Polidori sul palco del Petrarca di Arezzo

La sanità toscana è una delle mie principali occupazioni. Sono consapevole che ad Arezzo dobbiamo fare molto, perché l’ospedale San Donato richiede, considerate le sue caratteristiche, investimenti importanti. Se però andiamo a guardare le classifiche dell'Agenzia di Statistica del Ministero della Salute (Agenas) ci rendiamo conto che per l’anno appena trascorso sui Lea, i livelli essenziali di assistenza, siamo secondi soltanto al Veneto e abbiamo superato l’Emilia Romagna. Siamo all’apice. Qualcuno mi chiede come mai: noi siamo la Regione che ha deciso di investire risorse proprie oltre a quelle dello Stato. Ai 7 miliardi e 953 milioni, ne abbiamo aggiunti altri 500 di cui 330 tolti alla cultura, allo sport, alla rigenerazione urbana, alla pubblica istruzione. Per garantire i servizi, lo stipendio a 56.650 operatori, il funzionamento di 46 ospedali e 802 presidi sanitari. Voglio un sistema sanitario pubblico, universalistico forte e quindi abbiamo fatto la scelta di investire. Non ci fermiamo perché sappiamo che dobbiamo fare molto: lavorare dal punto di vista infrastrutturale, pensare a medici e infermieri, abbattere le liste di attesa. Oggi siamo impegnati nella riforma della sanità territoriale, ovvero costruire le case di comunità che costituiscono presidi anche dove non c’è un ospedale e sono punti di riferimento per i cittadini. Puntando molto su una nuova sanità territoriale, su investimenti per i nostri ospedali, conto di vedere una sanità toscana considerata sempre più eccellenza.

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