Il gioco
Chi aveva puntato su Prevost ha incassato 50 volte la posta (Foto IA)
L'elezione del cardinale Robert Francis Prevost a Papa ha sopreso praticamente tutti. Il suo nome non era stato affatto inserito tra i papabili, tantomeno tra i favoriti. Non l'avevano fatto gli esperti vaticanisti, i fedeli, i cardinali ultra ottantenni che non hanno partecipato al conclave. Ma non l'avevano fatto nemmeno i bookmakers inglesi sul fronte delle scommesse, con quotazioni altissime. Era considerato meno di un outsider.
William Hill, una delle principali agenzie, lo quotava a 50 volte la posta: puntata moltiplicata per 50 per chiunque ha creduto nella sua elezione e ha scommesso. Nelle giocate totali, Prevost era inserito nel "gruppo altro", che complessivamente raccoglieva meno del 25% delle preferenze, confermando come fosse etichettato come una scelta di secondo piano rispetto ai candidati più quotati.
Nemmeno il nome scelto dal nuovo pontefice, Leone, era considerato probabile dai bookmaker. Per le agenzie di scommesse il più probabile era Francesco, in omaggio a Bergoglio, seguito da Giovanni, Giovanni Paolo e Benedetto. Prevost ha spiazzato tutti. Su un aspetto, invece, le quotazioni si sono dimostrate vicine a quanto accaduto. Secondo le agenzie britanniche, infatti, c'era circa il 60% delle probabilità che il nuovo pontefice provenisse da un Paese che non aveva mai avuto un Papa. E così è stato, visto che Leone XIV è il primo Papa statunitense della storia.
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