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Valdichiana

Il Giro d'Italia tra battute e ironia. Il campanilismo (e non solo) pedala con i campioni del ciclismo

Giuseppe Silvestri

21 Maggio 2025, 13:35

Striscione giro

la fuga durante la tappa Gubbio-Siena e lo striscione di Trequanda

Nel cuore della Toscana, tra dolci colline, vigneti rigogliosi e borghi che sembrano sospesi nel tempo, si snoda la Valdichiana, in parte senese e in parte aretina e con piccole incursioni in Umbria. Un territorio che racchiude poco meno di venti comuni, considerando soltanto quelli che ne fanno parte "a pieno titolo". Ciascuno con una personalità forte, una storia antica e un’identità che si esprime con passione. È proprio in questa fitta trama di storie e tradizioni che si annida il campanilismo: un sentimento che, sebbene talvolta divisivo, è anche linfa vitale della cultura locale.

Il termine campanilismo deriva dal campanile, simbolo per eccellenza della comunità. In Toscana, più che altrove, il campanile è stato per secoli il cuore pulsante della vita cittadina: visibile da lontano, richiamava i lavoratori dai campi, segnava l’ora della messa e delle riunioni pubbliche, e — simbolicamente — delimitava lo spazio dell’identità collettiva. Ogni borgo aveva (e ha) il proprio campanile, e con esso un senso di appartenenza profondo, in alcuni casi quasi viscerale.

In Valdichiana, questo sentimento si manifesta con forza: ogni comune vanta una storia centenaria (e anche oltre)e ha combattuto per secoli per affermare la propria autonomia, talvolta contro i vicini. Ovviamente non manca occasione per il solito sfottò oppure la battuta un po' simpatica, a tratti velenosa. E' stato così anche in occasione del passaggio del Giro d'Italia. Superato il territorio di Sinalunga, entrando in quello di Trequanda, il serpentone rosa si è trovato davanti ad uno striscione che del campanilismo è il sunto perfetto: "A Sinalunga neanche il Giro v'ha fatto tappà le buche". Palese il riferimento allo stato dell'asfalto, messo sempre più a dura prova dalle frequenti precipitazioni e capace di creare più di un problema alle Amministrazioni, soprattutto quelle che devono gestire centinaia di chilometri di strade. C'è da dire, tra l'altro, che i ciclisti non sono stati affatto costretti alle groviere che in altri periodi - non solo a Sinalunga - purtroppo spuntano puntali: il manto stavolta era ottimo. Ma ovviamente a Trequanda è stata colta l'occasione per la battuta.

A dire il vero quelli di Sinalunga non erano stati affatto da meno con una scritta ancora più divertente e irriverente, stavolta uscendo dal campanilismo, anche perché tendono a snobbare i cugini di Trequanda. Alla base della "ritta", la ripida salita che conduce verso la parte alta della cittadina, alcuni hanno esposto un deciso incoraggiamento ai ciclisti del Giro,decisamente a luce rosse: "In cima c'è la... ". Non è difficile indovinare l'ultima parola. Un cartello che ha suscitato più di una risata ma che per fortuna le telecamere Rai hanno evitato accuratamente. Insomma il Giro non è stato soltanto un enorme spot per il territorio e una bella occasione per ammirare i professionisti del pedale, ma anche un bagno di divertimento e di allegria.

Del resto in un’epoca di globalizzazione e omologazione culturale, la gelosia del proprio campanile diventa, paradossalmente, un atto di resistenza. Negli ultimi decenni, il campanilismo si è trasformato. Pur conservando le sue radici, ha assunto toni più ironici, più simbolici, spesso cavalcati per alimentare eventi culturali o enogastronomici. Le amministrazioni locali collaborano molto più che in passato, spinte dalla necessità di fare rete in un mercato turistico competitivo. Il progetto dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese, per esempio, rappresenta un tentativo concreto e virtuoso di superare le storiche divisioni senza annullare le specificità. Un esempio che sempre più spesso dà i propri frutti. La rivalità non viene negata, ma reinterpretata: non più barriera, ma risorsa. Non più competizione sterile, ma stimolo alla valorizzazione del proprio patrimonio. 

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