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IL FATTO DEL GIORNO

Arezzo, animali in chiesa sì o no. Don Natale: "Ho sempre detto messa con il mio cane accanto"

Francesca Muzzi

09 Luglio 2025, 03:04

Don Natale

Don Natale parroco di San Polo

Cani in chiesa sì o no. La vicenda del parroco di Saione che lunedì, durante un funerale ha allontanato una fedele dalla messa con il cane - il parroco, però, ha appeso un cartello con il divieto d’ingresso agli animali - ha, come era prevedibile suscitato polemiche e commenti.

Tra coloro che sono d’accordo con la decisione di padre don Kzrysztof e coloro che invece non lo sono e, al contrario, non concepiscono che in una chiesa i cani non possano entrare. Una volta c’era il detto “sfortunato come un cane in chiesa”, ma i tempi cambiano ed esistono sacerdoti che insieme al proprio cane, celebrano la messa. È il caso di don Natale Luciano Gabrielli, il parroco di San Polo.

Il suo cane, purtroppo è morto qualche anno fa, ma per 18 anni gli ha fatto compagnia mentre officiava messa.

“Stava accanto a me, buono buono. Un giorno - ricorda don Natale - dopo che erano state raccolte le offerte, venne posato il cestino sotto l’altare e il mio cane guardò attentamente. Tra tutte quelle monetine spiccava un foglio da 5 euro e lui lo prese con i denti e lo portò ai miei piedi. Ricordo che quella scena fece sorridere tutti i fedeli che in quel momento erano in chiesa”.

Alcuni anni fa, il cane di don Natale è morto, dopo diciotto anni. “Non l’ho più ripreso - ha detto - perché ci si sta troppo male quando un animale ci lascia”. Ma in chiesa, a San Polo, don Natale apre le porte a tutti gli animali: “Certo, perché non dovrebbe essere? Sono creature di Dio anche loro”. Don Kzrysztof, comunque, gli animali in chiesa, quando è il loro giorno, quello di Sant’Antonio ce li fa venire eccome. “In chiesa da me invece ci possono venire sempre i cani. Se ne stanno lì, buoni buoni, ascoltano la messa e tutti sono contenti. A volte - dice schietto don Natale - peggiori sono gli uomini”.

A spezzare una lancia in favore del parroco è invece il veterinario di Castiglion Fiorentino, Alberto Brandi, anche autore del libro, “Gli animali ci salvano”.

“In un posto come la chiesa, frequentata da più persone - dice Brandi - posso capire che un cane non può essere accettato da tutti. Perché bisogna anche pensare alla gente che ha paura degli animali. Oppure pensare che essendo animali agiscono d’istinto e possono anche fare un bisogno in chiesa senza rendersi conto oppure abbaiare durante la messa. Non possiamo dare tutti i torti a questo prete per la decisione che ha preso, tra l’altro, nella sua parrocchia”. “Chiedo - prosegue ancora il veterinario - avete mai provato a ritrovarvi in una stanza insieme ad altri cinque o sei cani? Io, per esempio, quando si ritrovano tutti insieme nel mio ambulatorio fanno confusione, tanto che qualcuno aspetta il proprio turno fuori, dove abbiamo uno spazio all’aperto”. “Penso che ci voglia sempre rispetto l’uno nei confronti dell’altro - prosegue Brandi - e poi non dimentichiamo che questo parroco il cartello di divieto di ingresso ai cani, lo aveva messo fuori dalla chiesa e quindi in qualche modo chi si è presentato con il cane ha trasgredito la regola che ha dato il sacerdote che comunque, da quanto ho letto e anche da quanto mi hanno riferito chi lo conosce, benedice gli animali nel loro giorno”. “Personalmente - prosegue Brandi - a me non darebbe noia un cane in chiesa, ma bisogna pensare anche a chi invece il cane può dare noia ed in questo la parrocchia si è premunita mettendo il cartello”.

In cattedrale ad Arezzo, invece i cani possono entrare, ma in braccio ai padroni. Una regola che venne messa a suo tempo più per i proprietari che per gli animali, che spesso li lasciavano liberi di circolare e sporcavano o facevano confusione. Da lì la regola: sì agli animali, ma in braccio ai proprio padroni. In generale, però non esiste un divieto esplicito nel diritto canonico che impedisca l'ingresso dei cani in chiesa. Tuttavia, la decisione finale sull'ammissione degli animali spetta al parroco o al responsabile della chiesa. È sempre consigliabile adottare un comportamento rispettoso, tenendo il cane al guinzaglio e, se necessario, con la museruola, e allontanarlo in caso di disturbo.

Insomma pensare sì a chi ama i cani, ma anche a chi con gli animali non ha e non vuole troppe confidenze, specialmente quando uno entra in chiesa per un momento di raccoglimento con se stesso e con Dio. E come sempre usare il buon senso. Sia da una parte che dall’altra.

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